Incantesimi scaligeri

Una mostra di costumi dalla collezione della Scala al Palazzo Reale di Milano

Costume di Reiffenstuel per Falstaff, foto Francesco M. Colombo
Costume di Reiffenstuel per Falstaff, foto Francesco M. Colombo
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Dal 10 ottobre al 28 gennaio, al Palazzo Reale di Milano sono visibili ventiquattro costumi di storici allestimenti scaligeri, restaurati dall'associazione Amici della Scala, che con questa opera meritevole comincia a festeggiare i suoi quarant'anni di vita. La visita è un percorso nella memoria per chi ha visto alcuni degli spettacoli (vanno dagli anni Trenta ai nostri giorni) e per tutti gli altri un racconto di estri inventivi, di lavoro artigianale di altissima classe, di storia della lirica. Il titolo della mostra – Incantesimi, curata da Vittori Crespi Morbio e allestita da Anusc Castiglioni e Massimo Zanelli – riflette perfettamente l'incantamento che subisce il visitatore, perché i costumi dislocati nelle quattro sale s'illuminano uno a uno mentre i video preparati da Luca Scarzella ripropongono in sincrono una sequenza della singola opera, i volti degli interpreti, le foto di scena.

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Costume di Zuffi per Penelope, Il ritorno di Ulisse in Patria (1964), foto di Francesco M. Colombo

Anche i maninichini che indossano questi reperti sono studiati ad hoc, non ce n'è uno della stessa misura, da quello minusco indossato da Carla Fracci nella Fille mal gardée (1987) a quello che conteneva il pancione verdiano interpretato da Ambrogio Maesti (2013). Il tutto scandito in fasi storiche ben spiegate dalle didascalie, dall'epoca di Caramba (Italiana in Algeri, 1933) quando il costume veniva disegnato in assoluta libertà, a quella di Nicola Benois che privilegiava l'impatto spettacolare (Boris, 1960), all'avvento degli stilisti come Lagerfeld e Versace, agli outsider come Jean-Pierre Ponnelle che facevano tutto da soli. Insomma una visita preziosissima, come anche il catalogo della mostra, pubblicato dagli Amici della Scala, con le foto di Francesco Maria Colombo che è riuscito a cogliere queste apparizioni fantasmatiche.

È ovvio chiedersi cosa succederà degli abiti restaurati. Torneranno all'Ansaldo dove Rita Citterio, responsabile del magazzino costumi, li conserverà amorevolmente in una vetrina. Ma siccome questi restauri per fortuna si stanno ripetendo, penultimi quelli dei vestiti di Maria Callas in mostra al Museo della Scala, sarebbe auspicabile che venisse trovato uno spazio pubblico dove allestire un museo permanente dei costumi della Scala. Magari con in aggiunta quelli del Piccolo Teatro. Sarebbe il primo museo del genere in Europa.

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