Zorn totale a Ljubljana
Un programma esclusivo per il sassofonista e compositore al festival sloveno
Recensione
jazz
John Zorn ha offerto al Krizanke di Lubiana un programma in esclusiva europea:
un set di improvvisazioni che combinavano 9 elementi; l’esecuzione integrale di “The Dreamers”; i pezzi di “Zaebos” interpretati da Medeski, Martin & Wood.
Una serata molto vitale davvero, che rilancia l’immagine di uno Zorn onnivoro, regista di
musiche tutt'ora in divenire, inquiete e balsamiche nello stesso tempo.
Gli incroci combinatori del primo set hanno offerto i momenti più elettrizzanti della serata: esecuzioni folgoranti al massimo di 5-6 minuti, del tutto improvvisate, che offrivano un ottimo esempio di reazione in tempo reale, velocità di traduzione da pensiero ad azione, fantasia strumentale. Da ricordare il quartetto di sole percussioni (Martin, Wollesen, Baron, Baptista), il duo tra Zorn e Marc Ribot, il trio Saft-Dunn-Baron. Le tracce di “Dreamers” (sestetto con Saft, Dunn, Baron, Wollesen, Ribot e Baptista, con Zorn direttore) hanno convinto più che su disco, passando da una semplice collana di melodie agrodolci a una cavalcata piuttosto rock, a tratti morriconiana, splendidamente eseguita.
Infine il trio Medeski, Martin & Wood, che ha suonato per intero l’album “Zaebos”, i cui brani si sono gonfiati in una sorta di world music lisergica, con Medeski in cattedra all’organo Hammond, piano elettrico e altre tastiere.
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