Wagner in Rajastan

Accoglienza turbolenta per la regia della Fura del Baus alla Scala per Tannhauser

Recensione
classica
Teatro alla Scala Milano
17 Marzo 2010
Dopo poche battute dell'ouverture, lente, sacrali (Mehta dà un assaggio di quella che potrebbe essere la sua lettura) si scatenano le proiezioni sul velo di proscenio, specifica cifra della Fura dels Baus guidata da Carlus Padrissa. Prima immagini visionarie forse sull'origine della vita, se non dell'universo, poi un ammasso orgiastico di nudi giganti. Compreso il successivo baccanale, è quasi una mezz'ora di film muto con colonna sonora dal vivo. L'ipertrofia degli accadimenti scenografici dura tutto il primo atto, con anche momenti godibili (i trapezisti circensi che penzolano lasciando scie di fuoco), come allucinazioni a fior di pelle o gratuiti riempitivi per mancanza di una vera regia. Tra le bruttezze, da segnalare i costumi dei cacciatori che portano rami secchi o corna di cervo negli zainetti. La Wartburg invece è una comunità d'indiani, con bellissimi costumi alla Rajastan, che a dir loro hanno combattuto "il truce guelfo" (il cielo sa cosa significhi da quelle parti), ma detestano il Kamasutra (al Venusberg si erano viste delle statue mobili nelle famose posizioni), insomma sono sessuofobi quanto un vecchio occidentale. In compenso mettono in scena balletti stile Bollywood, del tutto irrispettosi di alcune misure che dorrebbero accompagnare i notabili ai loro scranni. Nel terzo atto riprendono le proiezioni, in modo più misurato. Con l'effettacco delle lacrime di Elisabeth tanto copiose da scivolare su due toboga e formare un laghetto rigenerante. E, curiosità velenosa, il papa evocato da Tannhauser è incarnato in una proiezione di un tg Rai (sigla visibile) con Wojtyla in visita forse in Sudamerica. La lettura di Mehta, troppo a lungo lontano dalla lirica scaligera, sembra quasi non essere uscita indenne dagli eccessi scenici perché diventa via via greve. Ma non lo si nota troppo per effetto del turbine visivo. Le voci sono decorose, con l'eccezione della brava e bella Anja Harteros (Elisabeth) e qualche calo per Roman Trekel (Wolfram) durante il certame canoro, poi ottimo nel finale. Fischi sostenuti e buu alla fine del secondo atto, ripetuti e insistiti dopo lo spettacolo per la Fura dels Baus, ma quasi esclusivamente dal loggione.

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