Violetta nell'Arena fra kitsch e pop art

Graham Vick debutta all'Arena di Verona con la prima Traviata della sua carriera: e alla fine Violetta si alza e se ne va.

Recensione
classica
Ente Lirico Arena di Verona Verona
Giuseppe Verdi
11 Luglio 2004
Su un tappeto di fiori che ricorda quello che i londinesi portarono ai cancelli di Buckingam Palace in memoria di Lady D, si scatena la festa dove Violetta - in tubino nero e parrucca biondo platino - sembra la reincarnazione del glamour un po' futile della principessa e del pari esercita il mestiere più antico del mondo; Alfredo con le treccine rasta è un giovane piuttosto inetto e sognatore, mentre il coro entra correndo attraverso la platea per sedersi ai lati del palcoscenico in una stilizzazione, un po' ironica del coro greco: molte sorprese alla prima del nuovo allestimento di "Traviata" dell'Arena di Verona, cui aggiungere qualche goccia di pioggia che interrompe due volte lo spettacolo con il pubblico che fa la ola e canta "Libiamo", per incitare orchestra e cantanti a ricominciare. Con una bambolina alta appena 18 metri che troneggia sul palcoscenico, la regia di Graham Vick dunque propone un'attualizzazione radicale tra kitch e pop-art dell'opera di Verdi, in un presente che potrebbe essere ambientato negli anni '60 in avanti, ma anche in un prossimo futuro. Non gradisce una parte minoritaria del pubblico veronese, tradizionalista e da troppo tempo cresciuto a pane e Zeffirelli, e si pronuncia con un giudizio che pare ingeneroso. Perché se di "Traviate" ambientate ai nostri giorni già se ne è viste, in questo spettacolo tutto torna e si tiene grazie a mille colpi di teatro e a una cura mirabile del dettaglio. Nervi d'acciaio per la protagonista: in una serata che tra interruzioni per la pioggia e contestazioni avrebbe potuto tagliarle il respiro, Mariella Devia non batte ciglio e porta a casa un'interpretazione di alto profilo. Forse proprio per le perturbazioni ambientali, stenta un po' all'inizio Sabbatini, ma il suo Alfredo prende tono dall'inizio del secondo atto, mentre Ambrogio Maestri, canta con sicurezza una parte che ormai conosce fin troppo bene, e assieme agli altri riceve alla fine l'abbraccio del pubblico areniano. Lascia perplessi la direzione di Callegari, con tempi moscetti e forse alla ricerca di raffinatezze che all'Arena di Verona già dalla quinta fila è molto difficile percepire.

Interpreti: Mariella Devia, Violetta Valery; Giuseppe Sabbatini, Alfredo Germont; Ambrogio Maestri, Giorgio Germont; Cinzia De Mola, Flora Bervoix; Elena Rossi, Annina.

Orchestra: L'Orchestra Arena di Verona

Direttore: Daniele Callegari

Coro: Coro dell'Arena di Verona

Maestro Coro: Marco Faelli

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