A Versailles la rara "Don Quichotte chez la Duchesse” di Boismortier

Allestimento delizioso dei comici Shirley e Dino con l’ensemble Le Concert Spirituel d’Hervé Niquet

Don Quichotte chez la Duchesse (Foto Le Concert Spirituel)
Don Quichotte chez la Duchesse (Foto Le Concert Spirituel)
Recensione
classica
Opéra royal de Versailles
Don Quichotte chez la Duchesse di Boismortier
26 Gennaio 2024 - 28 Gennaio 2024

Don Quichotte chez la Duchesse è una comédie lyrique del compositore barocco francese Joseph Bodin de Boismortier che, sebbene venga descritta come un balletto, opéra-ballet ou comédie-ballet, è interamente cantata su libretto di Charles Simon Favart, è il secondo lavoro di quello che diventerà uno dei più famosi librettisti del periodo, a partire da un episodio del romanzo Don Chisciotte di Miguel de Cervantes. Fu eseguita per la prima volta nel 1743 all'Académie Royale de Musique et de Dance di Parigi durante il Carnevale ed è un esempio di teatro nel teatro nonché di opéra-comique con le parti cantate alternate a parti recitate. Il lavoro ebbe grande successo e ne fu realizzata anche una parodia più popolare, prima di cadere nell’oblio. L'opera è stata riscoperta alla fine degli anni '80 grazie al direttore Hervé Niquet che l’ha proposta al Grand Palais in occasione del debutto del suo ensemble, il Concert Spirituel, coro e orchestra. Da allora, Niquet l’ha diretta più volte e registrata, nel 2014 invitando anche i comici Shirley e Dino (veri nomi Corinne et Gilles Benizio) a crearne una messa in scena in collaborazione con il coreografo Philippe Lafeuille per i balletti. Ed è questo allestimento che è stato riproposto nei giorni scorsi con grande successo all’Opéra royal de Versailles, sempre con Niquet sul podio ed il suo ensemble, nello stile di una farsa con i dialoghi attualizzati pieni di humour, lo stesso maestro che rivela insospettate doti di attore comico e partecipa in pieno allo spettacolo non solo dirigendo ma interagendo anche con gli artisti in scena e il pubblico, dandogli spiegazioni. Il lavoro di Boismortier non è giunto a noi completo e questo  ha accresciuto la libertà interpretativa di registi e direttore che ne hanno reinventato a loro maniera le parti mancanti, anche introducendo in modo appropriato musica più moderna, pur nel rispetto del contesto che è mantenuto quello originario barocco con le scenografie dal sapore volutamente molto artigianali di Daniel Bevan, come si sarebbero potuti realizzare al tempo, e assai poetico è in particolare il cavallo a dondolo che fa da destriero al cavaliere, ed i bei costumi di Anaïs Heureaux et Charlotte Winter. Tre atti in meno di due ore in cui Don Chisciotte è accolto al castello della Duchessa, appassionata di Cervantes e che vuole sedurre il cavaliere, con la complicità del marito, rassegnato ad esaudire ogni suo desiderio, allestisce un bosco popolato di mostri e animali vari nel loro teatro privato che Don Chisciotte crede veri e la sua ingenuità lo rende vittima di uno scherzo dopo l’altro, nonché della furia della Duchessa rifiutata perché lo spagnolo ama solo la Dulcinea, c’è anche il mago Merlino, l’Infante del Congo e un finale inaspettato in Giappone. Una delizia di spettacolo in cui non ci si annoia un minuto, ricchissimo di battute ironiche ma anche di soluzioni musicali interessanti e belle, in molti passaggi anche anticipatrice di Rameau, che lo rendono piacevolmente moderno ed attuale. Si comincia con Don Chisciotte in sala tra il pubblico, ma non è il vero cavaliere, è il maestro Niquet che restituisce l’armatura  e la rappresentazione può cominciare. Ma Niquet indosserà poi anche la giacchetta di torero e contribuirà ad una delle scene più esilaranti, quello che con la danzatrice di flamenco, la stessa regista Corinne Benizio volutamente sgraziata nei movimenti e stonata, un vero spasso. Gilles Benizio, il comico Dino, invece interpreta in modo magistrale il Duca e poi il giapponese con spirito ironico molto sottile e garbato, molto di gusto francese. La Duchessa Altisidore, poi anche regina del Giappone, è l’elegante soprano Chantal Santon Jeffery; Don Chisciotte, parte da haute-contre, il giovane tenore Mathias Vidal; il suo fido Sancho Pança il baritono-basso Marc Labonnette, perfetto per il personaggio e dalla voce ben sonora; Merlino il basso Nicolas Certenais e il mezzo Lucie Edel è la contadina che Don Quichotte scambia per la sua Dulcinée.  Ma bravi  pure tutto il resto del cast, i ballerini, il coro e i musicisti. Non è un caso che il CD di Don Quichotte chez la Duchesse di Niquet ha appena ricevuto un ennesimo premio: un Award dall’Associazione della critica musicale tedesca.

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Bologna: il nuovo allestimento operistico dell’Orchestra Senzaspine ha debuttato al Teatro Duse

classica

Successo per Beethoven trascritto da Liszt al Lucca Classica Music Festival

classica

Non una sorta di bambino prodigio ma un direttore d’orchestra già maturo, che sa quello che vuole e come ottenerlo