Utrecht suona inglese I

Il Festival OudeMuziek

Recensione
classica
Lascio Laus Polyphoniae ad Anversa per venire a OudeMuziek di Utrecht, e ritrovo la stessa questione nodale nelle parole iniziali di un breve colloquio con il professor Francesco Luisi che sta svolgendo un corso sulla notazione antica: è molto importante suonare dalle fonti originali perché ci sono indicazioni sulla prassi esecutiva che nella trascrizione moderna si perdono. La polifonia ha fondato l'Europa, mi dice in una pausa caffé, perché l'arte del contrappunto, i suoi trattati e la sua notazione sono presenti ovunque in Italia come in Inghilterra, e in Germania, Spagna, Francia. La full immersion nella musica inglese, promessa dal programma del Festival di Musica Antica di Utrech, è iniziata e grazie a Camerata Trajectina si capisce che i songs di Dowland all'epoca sono arrivati anche nei Paesi Bassi, ed è curioso ascoltarli in una lingua così diversa da quella originale. In un'altra chiesa, strapiena, Stile Antico ha dedicato un concerto a John Sheppard, culminato nella esecuzione della grande e commovente antifona Media vita. Il pubblico è attento e caloroso, e acclama in piedi il giovane ensemble che nonostante canti senza direttore, è perfettamente affiatato ed è sempre sul tactus. Sarebbe interessante poter seguire anche i lavori del Symposium internazionale The past is a foreign country, curato da Barbare Titus e Jed Wentz, ma come rinunciare ai concerti?

Il primo del gruppo residente Vox Luminis rivela le proporzioni della grande sala del TivoliVredenburg, praticamente piena. Il pubblico è disposto su tutti i lati e ascolta gli inni e le odi scritte da Blow e Purcell in onore di Giacomo II e Maria II, e dalla celebrazione del compleanno della regina si passa alla elegia per la sua morte, marcata dall'incedere compunto dei musicisti che eseguono la celebra marcia funebre scendendo dalle gradinate progressivamente fino al palco. La lunga serata prosegue poi con tre clavicembalisti di eccezione, che stanno svolgendo a turno anche una masterclass: Sempé, Hantaï e Fortin. Il loro concerto è un gioco di squadra brillante e divertente sul filo degli abbellimenti e dei diversi registri di due clavicembali e un virginale che attingono dal Fitzwilliam Virginal Book dando una nuova dimensione alle numerose pavane e gagliarde. A proposito di clavicembalo è un incanto poter ascoltare Bob van Asperen il decano dei clavicembalisti olandesi, pionere della diffusione della musica antica e delle esecuzioni su strumenti storici. Si muove con grazia e agilità passando dalla tastiera di un clavicembalo a quella di un virginale, e soprende il pubblico con il suono di un arpicordo, costruito appositamente per questo concerto. Dopo aver magistralmente eseguito musiche di John Bull, e dopo molti applausi ed un bis, lascia salire il pubblico sulla scena, che oltre a congratularsi con l'esecutore inizia a curiosare fra i tre strumenti, e radunarsi soprattutto attorno all'arpicordo per chiedere informazioni sul suo particolare timbro.

Nel corso del pomeriggio ci sono almeno due o tre concerti in contemporanea, e si fatica a decidere cosa ascoltare. A volte si è ispirati dal programma, a volte dal gruppo, e a volte da tutti e due. La Rêveuse promette bene, e l'ensemble ha eseguito i salmi musicati da Purcell che forse rappresentano la dimensione privata della devozione, anche perché manoscritti, ma richiedono voci esperte per intonare le sua affascinanti melodie. Dopo aver girovagato nelle chiese del bellissimo centro di Utrecht, la sera si ritorna al modernissimo TivoliVredenburg. Il bel concerto della Accademia Bizantina è la punta di diamante della sezione "Out of Handel's shadow", e si possono ascoltare pagine di autori poco noti, Come Croft, Boyce, Stanley, Avison e Corbett. Quest'ultimo sembra il più legato all'Italia, anche per i suoi concerti raccolti con il titolo "Bizzarrie Universali". Segue l'ensemble Phantasm che affascina il pubblico con alcune suites di William Lawes, intitolate Royal Consorts. Il secondo concerto serale si svolge nella sala piccola del grande centro musicale che si trova quasi a ridosso della stazione, ed offre la possibilità di ascoltare in una dimensione più intima e raccolta, ed è l'ideale per queste originali suites scritte dal compositore al servizio di Carlo I. In fondo abbiamo parlato solo di un lungo weekend e c'è ancora tutta la settimana davanti a noi. Stasera si ascolterà il King Arthur di Purcell, ma dei concerti dei prossimi giorni parleremo nella prossima corrispondenza.

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