Un'opera veramente "corale"

Ultima opera del Festival Verdi 2003, questo "Nabucco" si presenta scenicamente speculare. Inizio e fine nel marmo scuro del tempio ebaico, mentre la parte centrale nel vivace rosso di Babilonia. Equilibrata la regia di Charles Roubaud. Leo Nucci (Nabucco) e Ferruccio Furlanetto (Zaccaria) emergono per classe ed esperienza, Susan Neves (Abigaille) punta all'effetto e Gloria Scalchi tratteggia in maniera adeguata la sua Fenena. Di navigato carattere ed efficacia la direzione di Bartoletti. Protagonista sopra tutti il coro. Succeso di pubblico finale.

Recensione
classica
Fondazione Teatro Regio di Parma Parma
Giuseppe Verdi
14 Giugno 2003
Accade, a volte, che l'equilibrio tra essenzialità dell'impianto scenico-drammaturgico e ricchezza dell'effetto risulti così naturale da passare inosservato, o perlomeno da non emergere quale dato palese. Una considerazione, questa, che è sorta spontanea all'uscita del Teatro Regio di Parma per "prima" dell'ultima opera prevista in cartellone per il Festival Verdi 2003. Un "Nabucco" il cui allestimento è stato mutuato dall'Opèra di Monte Carlo – Chorégines d'Orange, con una regia di Charles Roubaud che si è rivelata misurata sia nel tratteggiare i singoli personaggi, sia nella gestione complessiva, ponendo la presenza del coro al centro dell'intera opera. Una traccia, come sappiamo, già presente in partitura e che ha trovato concreta conferma sulla scena, qui costruita da Isabelle Partiot sulla base del contrasto tra le grandi e scure pareti marmoree che segnavano la parte iniziale e quella finale dell'opera, solcate da frasi in ebraico, e i pannelli rossi che hanno occupato le scene centrali, con cornici a caratteri cuneiformi, idealmente rievocanti Babilonia. A segnare lo svolgersi della vicenda la proiezione delle frasi tratte da Geremia. Un impianto che se trova nei tessuti rossi già un tocco di vivacità, lo conferma nei costumi (di Katia Duflot) dei babilonesi, dello stesso colore marcato, che contrasta con quelli bianchi destinati agli ebrei. Passando al dato musicale, il risultato non cambia. Ancora il coro in primo piano, con una presenza possiamo dire "perentoria" gestita attraverso colori musicali decisi ma anche a tratti accurati nelle sfumature, specie nelle battue finali di un "Va' pensiero" bissato a suon di applausi. Poi Leo Nucci nel ruolo del protagonista, in grado di rendere pienamente il personaggio sopperendo a qualche screziatura vocale con il mestiere e la capacità attoriale. La stessa buona prova la rileviamo da parte dello Zaccaria di Ferruccio Furlanetto. Susan Neves nei panni di Abigaille ha puntato sui passaggi di più marcata drammaticità, tralasciando sfumature comunque presenti. Bene la Fenena di Gloria Scalchi, mentre un poco in ombra, ma premiato dall'impegno, l'Ismaele di Nicola Rossi Giordano. Bruno Bartoletti, protagonista di una lettura dai tratti delineati con sicuro carattere, ha profuso manciate di esperienza nel raccordare ritmicamente un'Orchestra del Teatro Regio ben presente e il palcoscenico. Gli applausi di un folto pubblico hanno premiato alla fine tutti gli artisti impegnati.

Interpreti: Leo Nucci, Ferruccio Furlanetto, Susan Neves, Gloria Scalchi, Nicola Rossi Giordano

Regia: Charles Roubaud

Scene: Isabelle Partiot

Costumi: Katia Duflot

Orchestra: Orchestra del Teatro Regio

Direttore: Bruno Bartoletti

Coro: Coro del Teatro Regio

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