Un'Arlesiana tra i quadri di Van Gogh

Meritoria operazione del Sassuolo Musica Festival, che ha aperto con un'Arlesiana cantata dagli allievi del Master di canto di Beatrice Bianco. D'Agostini dirigeva l'Orchestra Toscanini e il coro di Piacenza. La regia di Sgarbi ha immerso l'ambientazione nei quadri di Van Gogh. Risultato dignitoso e caldo successo dal pubblico che non esauriva i posti a sedere.

Recensione
classica
Festival di Sassuolo Sassuolo
Francesco Cilea
16 Giugno 2006
L'Arlesiana di Cilea oggi rimane un lavoro poco frequentato, anche in relazione con altri titoli, ben più popolari, del repertorio - e anche in questo senso l'iniziativa promossa dal Sassuolo Musica Festival appare meritoria, sia per l'offerta di quest'opera in apertura del cartellone 2006, sia per l'azione formativa legata al Master di Canto, finalizzato appunto a questo allestimento, diretto da Beatrice Bianco. Gli allievi-cantanti impegnati sul palcoscenico all'aperto erano diretti da Alessandro D'Agostini, che guidava l'Orchestra della Fondazione Toscanini e il Coro del Municipale di Piacenza. La regia è stata affidata a Vittorio Sgarbi, che torna a misurarsi con il palcoscenico lirico dopo l'esperienza del Rigoletto di Busseto. Anche in questa occasione è stata la pittura a fungere da fonte di ispirazione per un allestimento che spalma sullo sfondo gigantografie di dipinti di Vincent Van Gogh. In particolare il ritratto di Madame Ginoux (l'Arlesiana) funge da presenza costante. Il risultato è una ambientazione vivida, calda nel suo descrivere la campagna della valle del Rodano di fine maggio, funzionale a movimenti di scena discreti. Sgarbi decide inoltre di fare apparire l'Arlesiana - personaggio evocato ma mai presente - prima come un'ombra che sovrasta Federico, poi come incarnazione che passeggia sulla scena e che, infine, attira il protagonista verso il baratro. Sul palcoscenico tutti hanno dimostrato buon impegno, a partire da Olga Scalone nei panni di Rosa - efficace nel monologo "Esser madre è un inferno" - Claudio Sgura in quelli del vecchio Baldassarre, per poi arrivare alla Vivetta di Paola Massoni e al Federico di Sang Jun Lee, che ha passato con dignità la prova del "Lamento". Pubblico non numeroso, ma caloroso con gli artisti.

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