Una sonnambula in estasi

Ciofi e Flórez al Liceu di Barcellona

Recensione
classica
Gran Teatre del Liceu
Vincenzo Bellini
27 Dicembre 2013
Delle opere di Bellini, "La sonnambula" è quella dove il carattere lirico e la sospensione estatica hanno un peso quasi incontrastato, poiché nella vicenda è assente qualunque spunto tragico che possa conferire drammaticità autentica alla vicenda. Questo sembrava aver bene inteso Daniel Oren nel dirigere quest’opera al Liceu, accompagnando con grande flessibilità e sottigliezza un cast di cantanti eccezionali. Forse, nelle parti più rapide e concitate un po’ più di piglio ritmico non avrebbe guastato e avrebbe contribuito a plasmare meglio la drammaturgia pensata da Bellini che, invece, risultò un po’ troppo uniformemente piegata al tono elegiaco. Comunque, l’idea di smorzare i contrasti e trattare ogni atto come un arco continuo ascendente verso le due vette dei rispettivi finali fu magistralmente realizzata ed efficace. Va aggiunto, a sostegno di questa scelta interpretativa, che la protagonista era Patrizia Ciofi, cantante più a suo agio nelle parti cantabili che non nello sfoggio di forza e agilità delle cabalette. Di questa generosa artista non si finirà mai di apprezzare la sua capacità di dare un senso espressivo alle colorature, qualità che il pubblico di Barcellona sancì con un interminabile applauso dopo la cavatina dell’ultima celebre aria. Non fu certamente da meno Juan Diego Flórez che, pur confessando alle chiamate in scena di avere problemi alla voce, offrì un Elvino giovanile e vibrante. Eccellente il conte Rodolfo di Nicola Ulivieri, mentre Eleonora Buratto, al suo debutto al Liceu, cantò con grande brillantezza, ma un po’ sopra le righe. Unico neo, la regia di Marco Arturo Marelli, un po’ approssimativa e con vezzi da operetta. Del resto, ci si trovava in un Grand Hotel d’altura, ovvero quanto di più lontano dall’idillico paese alpino dell’originale.

Interpreti: Patrizia CIofi, Juan Diego Florez

Regia: Marco Arturo Marelli

Direttore: Daniel Oren

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