Una nuova Lady rinvigorisce Macbeth

Alla Scala la ripresa di Macbeth nell'edizione 1997: scene e regia sempre deludenti, ma con la gradita sorpresa della strepitosa Lady di Paoletta Marrocu

Recensione
classica
Teatro alla Scala Milano
Giuseppe Verdi
19 Ottobre 2001
Alla Scala torna l'edizione di Macbeth, che inaugurò la stagione scaligera 1997-8, ma con un cast del tutto diverso. La regia di Graham Vick, ripresa da Lorenza Cantini, è fortemente condizionata dalla presenza del gigantesco cubo realizzato da Maria Bjornsson, che fece molto scalpore alla sua prima apparizione. Giralo e rigiralo (a costo anche di insopportabili cigolii) il cubo rimane cubo per quattro atti e perde di attrattiva rapidamente. Il regista poi è uno di quelli che del libretto, e del Bardo, se ne fanno un baffo. Quindi niente barbe alle streghe, niente alberi semoventi ad avvalorare l'ultima profezia. Tutto bene se le mancanze fossero sostituite da idee geniali, ma così non era nel 1997 e così non è. L'ingombrante presenza del totem costringe i cantanti a rifugiarsi sul proscenio, con grande vantaggio acustico, ma a grave detrimento dell'azione e delle varianti gestuali. Più difficile da perdonare è però la totale mancanza di mistero e di ambiguità nelle congreghe delle streghe. È arduo accettarle come graziose creature, ancheggianti in vestiti aderenti, per di più danno l'impressione di abitare negli stessi luoghi e nello stesso ambiente del Re e della Lady. Annullando così la distanza fra landa deserta e castello, fra arcani da interpretare e azioni delittuose. Il momento peggiore rimane comunque il balletto al terzo atto, una specie di sabba di zombi televisivi che avrebbero tanto preferito un rap. Per fortuna tutto bene, anzi ottimamente, sul versante esecutivo. Rivelazione della serata è stato il soprano Paoletta Marrocu, una Lady di assoluta disinvoltura scenica e sicurezza vocale (solo una lieve pesantezza nel brindisi del secondo atto). Una presenza, per altro attraente, che ha dato l'impronta a tutto lo spettacolo. Leo Nucci a proprio agio nelle vesti del protagonista, con anche inusuali trasporti. Nobile il Banco di Roberto Scandiuzzi. L'orchestra in buona serata e Riccardo Muti ne è risultato avantaggiato nel definire con cura ogni sezione. Col risultato di sonorità nitide e passaggi di grande leggibilità.

Interpreti: Nucci/Gazale, Guleghina/Marrocu, Scandiuzzi/Abdrasakov, Licitra/Catani

Regia: Graham Vick ripresa da Lorenza Cantini

Scene: Maria Björnsson

Coreografo: Ron Howell

Orchestra: Orchestra del Teatro alla Scala

Direttore: Riccardo Muti /Anguin

Coro: Coro del Teatro alla Scala

Maestro Coro: Roberto Gabbiani

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