Una giovane Cenerentola

Lucca: cast under 35

RN

08 dicembre 2025 • 4 minuti di lettura

Cenerentola (Foto Beatrice Speranza)
Cenerentola (Foto Beatrice Speranza)

Lucca, Teatro del Giglio

Cenerentola

05/12/2025 - 07/12/2025

Il 5 dicembre 2025, il sipario del teatro lucchese si alza sulla rossiniana Cenerentola, quale titolo inaugurale della stagione lirica 2025 – 2026. Si tratta di un allestimento già presentato nel 2017 nella ricorrenza dei duecento anni dalla prima rappresentazione; oggi lo stesso allestimento (tranne i costumi) è in coproduzione tra lo stesso Teatro del Giglio “Giacomo Puccini” e il Comunale di Ferrara; replica, domenica 7 dicembre 2025 (ore 16). Altre due recite a Ferrara, 9 e 11 gennaio 2026.

Un plauso al teatro lucchese nell’aver evitato – in periodo di riflettori puntati quasi esclusivamente su Puccini – di riproporre un titolo del repertorio pucciniano, concentrando invece l’attenzione sul lucchese nell’attesa Turandot del centenario (25 aprile 2026). Da osservare come la scelta del titolo rossiniano si collochi maggiormente nel clima prenatalizio, quando le fiabe la fanno da padrone e le loro morali dovrebbero ingentilire gli animi a piccini e (soprattutto) grandi (leggi adulti).

Per una curiosa coincidenza, la chiosa presente nel sottotitolo rossiniano (la bontà in trionfo), trasmigra nell’intera prassi esecutiva della prima al Giglio: un unanime trionfo decretato dal pubblico a scena aperta e al termine dell’opera. Tali consensi sono suffragati dalla nostra analisi: l’intero spettacolo ha la caratteristica di un meccanismo ben oliato, scorrevole e gradevole nella sua interezza. Una serata da ricordare in modo più che positivo, soprattutto se si pensi collocata in uno dei cosiddetti teatri di tradizione, ovvero di provincia. La rischiosa (e vincente) scelta artistica, riporta in auge la caratteristica un tempo appannaggio proprio dei teatri di tradizione: palestre o banchi di prova per artisti emergenti e degni di merito, seppure al di fuori dell’attuale star system. Nel cast della recita lucchese, i protagonisti (tutti al di sotto dei 35 anni di età), risultano selezionati dal “Progetto triennale per giovani cantanti centrato sulle opere di Rossini”, curato da Leone Magiera e dal Teatro Comunale di Ferrara. E non esageriamo nel valutare l’adeguatezza delle singole voci nell’affrontare i temibili ruoli rossiniani.

Eccellenti gli interpreti vocali, da valutare in ex aequo: Alikhan Zeinolla (Don Ramiro) ha un gradevole timbro tenorile dal colore chiaro, agile nelle colorature e fraseggi ben centrati; non è da meno Pasquale Greco, nel difficile ruolo di Dandini: Greco, oltre a vocalità ben centrata, sposa il personaggio in tutte le sue sfaccettature; convince Valerio Morelli (Alidoro) per tecnica sicura. Molto convincenti per emissione vocale e presenza scenica pure Gianluca Failla (Don Magnifico), Ilaria Monteverdi (Clorinda) e Greta Carlino (Tisbe); un particolare plauso a Giulia Alletto (Cenerentola), dal suono controllato e ricco di armonici nell’intera estensione; Alletto affronta con sicurezza le insidiose colorature e i momenti di agilità. 

Di ottimo livello l’Orchestra della Toscana, dalle sonorità nitide, compatte, ben equilibrate tra le sezioni; il Coro Arché è istruito a dovere da Nicoletta Cantini. Pure ottima la conduzione di Daniel Smith, cui si deve l’oculata disposizione degli strumenti in buca secondo la prassi dell’epoca, per evidenziare meglio le timbriche orchestrali e non coprire le voci dei cantanti; Smith mantiene sempre equilibrio tra buca e palco, adeguando le dinamiche alle voci in palcoscenico e seguendo un’agogica coinvolgente nei crescendo e decisamente lirica nei cantabili, rendendoli ora commoventi, ora appassionati.

Come nel 2017, Aldo Tarabella firma la regia dedicandola a Monica Bocci, già coreografa nell’edizione del 2017 e recentemente scomparsa. Tarabella compie un accurato lavoro sugli interpreti, facendoli muovere e mimare in gags simpatiche e divertenti, mai macchiettistiche né sopra le righe, concedendo spazi all’azione dal profilo cinematografico: le funzionali scene mobili, realizzate da Enrico Musenich, vivacizzano l’azione integrandosi in perfetta sintonia con gli accenti musicali, sia in orchestra sia nelle parti vocali; oltre rappresentare simbolicamente gli interni della vicenda, gli scenari aggiungono numerosi richiami alla cittadina di Montefiascone. La regia tiene conto degli equivoci generati dai travestimenti infondendo una scintillante verve all’intero spettacolo ben recepita da tutti gli interpreti. All’idea registica si integrano con garbo i ricercati costumi di Rosanna Monti: i particolari degli abiti di scena caratterizzano il mondo e l’epoca in cui si svolge la vicenda.

Da segnalare anche il brio e la scioltezza delle danzatrici: Alice Lemmetti, Virginia Luisa Ricci ed Emma Teani, guidate dalla coreografa Giulia Menicucci, fatte intervenire in modo simbolico e incisivo a rimarcare quei momenti di un tempo in cui le ‘servette’ dovevano ricorre a stratagemmi per accaparrarsi di nascosto una fetta di torta ai sontuosi banchetti.

Un promettente e riuscito inizio di stagione per il teatro lucchese.