Una Bohème giovane

Una Bohème di ordinaria amministrazione, riscattata dalla naturalezza e dalla spontaneità dei giovani bohèmiens

Recensione
classica
Teatro Comunale Pergolesi Jesi
Giacomo Puccini
25 Ottobre 2001
Quasi non ci si accorge che gli stessi elementi scenici - variamente assemblati, leggermente modificati, diversamente illuminati - formano la soffitta e gli altri quadri di questa Bohème: un'idea ingegnosa e risparmiosa, oltre che facilmente trasportabile sugli altri palcoscenici che ospiteranno quest'allestimento dopo Jesi, ma non realizzata impeccabilmente, perché c'è sempre qualche pezzo di scena che sembra capitato lì per caso. Per il resto, regia e scene non si allontanano troppo dalla solita Bohème di routine, con il vantaggio dell'età media molto bassa dei cantanti, che indossano con grande naturalezza i panni dei giovani bohèmiens. Jesi raramente può permettersi cantanti di grido ma questa volta c'era Cecilia Gasdia: la sua voce negli ultimi tempi è molto cambiata e non ha più la flessibile leggerezza e i colori pastello ideali per Mimì ma l'interprete rimane assolutamente convincente. Luca Canonici (Rodolfo) sceglie la via della spontaneità, che funziona benissimo per quel che riguarda la recitazione, meno bene per quel che riguarda il canto. Come lui, anche i suoi amici (il Marcello di Domenico Balzani, il Colline di Maurizio Lo Piccolo, lo Schaunard di Federico Longhi, la Musetta di Rossana Potenza) non sono perfetti sotto il profilo vocale, ma ci si fa caso solo nelle loro uscite solistiche, perché come gruppo funzionano perfettamente. L'età media diminuisce ancora nel secondo cast, in cui Mimì e Rodolfo sono Simona Todaro e Saverio Fiore. Lei, che ha esordito appena tre anni fa come Zerlina, ha voce limpida e fragrante: forse il passaggio da Mozart a Puccini è stato un po' prematuro, ma la pulizia, la precisione e la misura insegnatale da Mozart sono comunque preziose. Lui canta una buona "gelida manina" ma per il resto è piuttosto trasandato. Cambia anche Musetta: Natalia Valli mette la sua voce, penetrante ma un po' asprigna, al servizio d'un pungente ritrattino di questa pepata e allegra donnina. La Filarmonica Marchigiana risponde con sicurezza alla bacchetta di Angelo Cavallaro, che dimostra di conoscere benissimo questa partitura col metterne in rilievo molti minuti dettagli, ma fatica un po'; a renderne il respiro e l'atmosfera, anche per i tempi metronomici ed estremi. Il pubblico ha applaudito incondizionatamente, segno che, al di là di ogni possibile riserva, questa Bohème centra il bersaglio.

Note: nuovo all. Repliche anche il 31 ottobre a Fabriano, il 3 e 4 novembre a Mantova, il 23 e 25 novembre a Fermo, il 28 novembre a Camerino

Interpreti: Gasdia/Todaro, Canonici/Fiore, Potenza/Valli, Balzani, Longhi, Lo Piccolo, Brecciaroli, Ottino, Manoni, Mosca

Regia: Enrico Castiglione

Scene: Antonio Di Ronza

Costumi: non ind.

Orchestra: Orchestra Filarmonica Marchigiana

Direttore: Angelo Cavallaro

Coro: Coro Lirico Marchigiano "Vincenzo Bellini"

Maestro Coro: Carlo Morganti

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

L’opera pucciniana con i complessi del Teatro Comunale di Bologna ospiti agli Internationale Maifestspiele dell’Hessisches Staatstheater

classica

Nathalie Stutzmann dirige al Regio di Torino l’opera di Wagner

classica

Parigi: all'Opéra Bastille dirige Fournillier