Un Trovatore in bianco e nero
Andriy Yurkevych sul podio
13 ottobre 2025 • 3 minuti di lettura
Ancona, Teatro delle Muse
Il Trovatore
10/10/2025 - 10/10/2025Con un nuovo allestimento di Trovatore il Teatro delle Muse “Franco Corelli” di Ancona inaugura la sua mini stagione lirica, composta dall’opera verdiana e dal Barbiere di Siviglia di Rossini a dicembre.
Un allestimento firmato dal direttore di Marche Teatro, Giuseppe Dipasquale, che ritorna alla regia d’opera dopo il debutto con Traviata al Bellini di Catania nel 2012, e che non è sembrato del tutto convincente. Molta staticità infatti sul palcoscenico, sia nelle scene a due dove i cantanti rimanevano fermi e anche distanti, che in quelle corali dove alla plasticità nella disposizione delle masse si è preferito uno schieramento a mo’ di battaglione. Presenza che è apparsa subito ad apertura del sipario e che ha aleggiato per tutta la rappresentazione una figura biancovestita con volto e lunghissime braccia coperti da veli, (forse il destino che incombe?) e che interagisce con i personaggi solo due volte: consegnando ad Azucena la “lama” con cui la zingara invita Manrico ad uccidere il conte, e a Leonora il veleno con cui si suiciderà. La presenza insistente di questo fantasma è stata in effetti l’unico elemento di movimentazione del palcoscenico, altrimenti fermo.
La scenografia, sempre ideata da Dipasquale insieme alle luci, era interamente costruita su video proiezioni realizzate da Francesco Lopergolo e ispirate a Maurits Cornelis Escher: prevalentemente in bianco e nero, le immagini continuamente mutevoli avevano valore simbolico o evocavano paesaggi e architetture distorte e surreali; palcoscenico quindi vuoto, a parte quattro massicce porte a vetro. I costumi di Stefania Cempini, poco caratterizzanti i diversi personaggi, richiamavano il medioevo.
Sul piano musicale le cose sono andate meglio, perché il cast ha dato in linea generale buona prova e lo stesso si può dire per il Coro Lirico Marchigiano “V. Bellini” preparato da Francesco Calzolaro e per l’Orchestra Sinfonica “G. Rossini” guidata da Andriy Yurkevych, direttore ucraino che vanta una bella carriera internazionale sia nel repertorio operistico che in quello sinfonico.
Valentina Pernozzoli, voce di mezzosoprano molto bella e scura nel registro grave è stata una Azucena intensa e vibrante, che ha dato al personaggio più complesso e tormentato dell’opera il giusto spessore emotivo. Salome Jicia al suo debutto nella parte di Leonora ha interpretato il personaggio in modo apprezzabile: molto belli i filati e i pianissimi in “Tacea la notte placida” e in “D’amor sull’ali rosee”; solo un po’ forzate alcune note acute quando emesse in forte. Serban Vasile nel personaggio del Conte di Luna è anche lui artista già formato e molto a suo agio nella parte; non lo stesso si può dire per Amadi Lagha in Manrico: tenore generoso e dagli acuti squillanti, pecca tuttavia nel registro medio grave dove si sono percepiti eccessivi e fastidiosi portamenti che tramutavano il canto in cantilena, soprattutto nelle pagine in ritmo ternario. Yongheng Dong è stato poi un autorevole e coinvolgente Ferrando; hanno completato il cast con buone prove Antonella Granata in Ines, Alessandro Fiocchetti in Ruiz, Davide Filipponi nel vecchio zingaro e Alessandro Pucci nel messo.
Buono il successo di pubblico, con il Teatro però non al completo.