Un Matrimonio buffo a Liegi

All' Opéra Royal de Wallonie-Liège con la regia di Stefano Mazzonis di Pralafera

Il Matrimonio segreto
Il Matrimonio segreto
Recensione
classica
Il Matrimonio segreto
Opéra Royal de Wallonie-Liège
19 Ottobre 2018 - 07 Novembre 2018

L’allestimento è quello di dieci anni fa, firmato proprio per l’Opéra Royal de Wallonie-Liège da Stefano Mazzonis di Pralafera che dell’ente è dal 2007 direttore generale e artistico e che sin dall’inizio ha caratterizzato la sua presenza a Liegi con la riproposizione in ogni stagione di uno o due lavori dimenticati o poco oggi rappresentati, di solito dandone o una lettura tradizionale o di ricerca dell’originale versione. Tra le prime operazioni di tale suo personale filone, è nato dunque nel 2008 questo Matrimonio segreto di Domenica Cimarosa, ma in questo caso accentuandone i tocchi buffi, caricaturali, ed introducendo riferimenti contemporanei evidentemente nella valutazione che al pubblico di oggi non possa più piacere o comunque annoiare un po’ senza qualche ritocchino. Una scelta registica che pur comprensibile finisce però per popolarizzare, e anche volgarizzare un po’, l’elegante dramma gioioso creato per Vienna su commissione dell’imperatore Leopoldo II. Petti gonfiabili come quello della zia Fidalma che cerca di sedurre un imbarazzatissimo Paolino, oppure le magliette da giocatori di football del finale, od ancora i riferimenti all’euro o tutti i servitori che camminano piegati in due (per il peso del servizio?), strappano senza dubbio risate al pubblico ma anche qualche dubbio che una tale operazione sia veramente necessaria, sopratutto in presenza di una musica tanto raffinata. Elementi comici/ironici e strizzatine d’occhio all’oggi innestati comunque in un allestimento complessivamente tradizionale che ha retto bene i dieci anni passati, con qualche idea felice nelle scene, sopratutto quelle della casa di Geronimo, meno della bottega, e con i costumi sontuosi di Fernand Ruiz malgrado, anche in questo caso, accompagnati da trucco e parrucconi eccessivi perché più che giocare sulla finezza del dettaglio si è scelta la via dell’esagerazione del tratto. Una ripresa che è stata esaltata dal buon sestetto di voci tra cui Mario Cassi nelle vesti del Conte Robinson, l’unico presente del cast di dieci anni fa. In aggiunta altre due voci italiane, Matteo Falcier come Paolino e Annunziata Vestri come Fidalma, ed in inoltre Sophie Junker come Elisetta e Patrick Delcour come il Signor Geronimo. Tutti hanno dato una bella prova anche di interpretazione, ogni personaggio ben caratterizzato oltretutto dalla regia pure nei movimenti e nei gesti. Meno precisa la direzione musicale, con qualche discrepanza, ma nettamente migliore nella seconda parte, affidata al giovane belga Ayrton Desimpelaere. 

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