Un Elisir di leggerezza

Frutto tardivo e miracoloso di una tradizione declinante come quella dell'opera comica, l'Elisir d'amore è un'opera tanto entusiasmante quanto rischiosa, sia per i cantanti che per i registi; basta poco per sciuparne il delicato equilibrio di comicità e malinconia. Su questo sottile crinale si è mosso in modo assai convincente lo spettacolo visto ieri al San Carlo

Recensione
classica
Teatro di San Carlo Napoli
Gaetano Donizetti
13 Febbraio 2005
Frutto tardivo e miracoloso di una tradizione declinante come quella dell'opera comica, l'Elisir d'amore è un'opera tanto entusiasmante quanto rischiosa, sia per i cantanti che per i registi; basta poco per sciuparne il delicato equilibrio di comicità e malinconia. Su questo sottile crinale si è mosso in modo assai convincente lo spettacolo visto ieri al San Carlo, con una regia, quella di Massimo Ranieri, che sposta l'azione agli anni cinquanta-sessanta del Novecento e immagina una troupe cinematografica nella piazza principale del piccolo paesino intenta a girare un film che ha appunto la trama dell'opera; un'idea che in verità rimane molto collaterale nell'economia complessiva dello spettacolo, parendo forse il tratto meno interessante di un lavoro registico che invece lascia il suo segno forte nella notevole disinvoltura scenica impressa a tutti i cantanti, nella capacità di divertire ed emozionare rispettando le (notevoli) esigenze del canto. Lo spostamento nel tempo d'altronde non fa perdere all'opera la sua connotazione fiabesca grazie ai fondali acquarellati di Tullio Pericoli (al suo terzo diverso allestimento dell'Elisir ) e ai vivaci costumi di Nanà Cecchi. Sul podio Paolo Arrivabeni dà all'orchestra sancarliana toni credibili e ritmi spigliati; solo qua e là qualche eccesso di brio rischia di compromettere l'accordo con i cantanti. Questi ultimi contribuiscono in modo determinante alla riuscita dello spettacolo: Pietro Spagnoli appare perfettamente in parte nel ruolo di Belcore; Ildebrando D'arcangelo, pur in condizioni di salute imperfette, si conferma come uno dei migliori Dulcamara in circolazione; l'Adina di Mariola Cantarero mette in evidenza non comuni doti di agilità e intonazione; infine Mattiew Polenzani infonde al personaggio di Nemorino un garbo ed un'eleganza vocale davvero rari, ottenendo diversi minuti di applausi dopo "Una furtiva lagrima". Il pubblico è entusiasta.

Note: nuova produzione

Interpreti: Adina MARIOLA CANTARERO * MARY DUNLEAVY * (18, 25, 27) Nemorino MATTHEW POLENZANI * ANTONIO GANDIA * (25, 27) Belcore PIETRO SPAGNOLI RICCARDO NOVARO (25, 27) Dulcamara ILDEBRANDO D'ARCANGELO FILIPPO MORACE (25, 27) Giannetta CRISTINA PASTORELLO

Regia: MASSIMO RANIERI

Scene: TULLIO PERICOLI

Costumi: NANA' CECCHI

Orchestra: ORCHESTRA DEL TEATRO DI SAN CARLO

Direttore: PAOLO ARRIVABENI

Coro: CORO DEL TEATRO DI SAN CARLO

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