Un cuore e una chitarra

I Beautiful Dreamers di Bill Frisell ospiti del Piacenza Jazz Fest

Recensione
jazz
Piacenza Jazz Fest Piacenza
02 Aprile 2014
Incrociare i passi di Bill Frisell è un po' come tornare a casa. Il jazz corre, si sporca le mani. Azzarda, rischia. È nelle cose: lo ha sempre fatto e sempre lo farà, da Buddy Bolden in poi. Ma il chitarrista di Baltimora, fermo al centro della propria musica, è la dimostrazione di quanto contino i porti sicuri, le certezze. Perfettamente arrivato, perfettamente riconoscibile. Sospeso in una dimensione tutta sua, al di là e al di sopra degli accidenti che riguardano i poveri mortali, impelagati in quisquilie e necessità. C'è chi pensa che abbia voltato le spalle all'avventura, appendendo il cappello da esploratore al chiodo e infilandosi un paio di comode pantofole. Miope visione. Bill Frisell ha solamente varcato la soglia della classicità. Ecco perché incrociare i suoi passi è un po' come tornare a casa. Le chiavi nella serratura, i cardini che cigolano, le scale in legno, i mobili in mezzo ai quali sei cresciuto: tutto a posto, tutto in ordine. Una struggente sensazione si allarga in mezzo al petto. Non c'è scampo: passa Bill Frisell e il cuore batte. Di recente è passato da Piacenza con i suoi Beautiful Dreamers. Sul palco una Telecaster nera, la viola di Eyvind Kang e la batteria di Rudy Royston (compagni fedeli e sempre più empatici). In scaletta le solite cose: l'implacabile “Baba Drame”, un assaggio di Lennon - la commovente “In My Life” -, l'onnipresente “Subconscious-Lee” piazzata in chiusura. Tutto a posto, tutto in ordine: gli arpeggi languidi, l'inconfondibile gusto per i colori tenui, un paio di accelerate in memoria dei tempi che furono, l'uso magistrale dei loop, i timidi sorrisi dispensati ai compagni di strada, gli occhiali tondi, la viola di Kang a danzare leggiadra, la batteria di Royston tra slanci e preziosismi. Casa dolce casa.

Interpreti: Bill Frisell (chitarra elettrica); Eyvind Kang (viola); Rudy Royston (batteria).

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

jazz

La produzione originale del TJF, diretta da Jason Moran, omaggia uno dei padri del jazz

jazz

Il festival di Voss alla cinquantaduesima edizione cambia direzione artistica

jazz

La 25esima edizione del festival austriaco dedicato al jazz e alla musica improvvisata