Tutte le trame di Angelica

A Mainz torna L’Angelica di Nicola Porpora nell’allestimento (con modifiche) del Festival della Valle d’Itria di Martina Franca

L’Angelica (Foto Andreas Etter)
L’Angelica (Foto Andreas Etter)
Recensione
classica
Mainz, Landesmuseum Mainz (Innenhof)
L’Angelica
13 Luglio 2023 - 21 Luglio 2023

“Mercoledì della trascorsa, il principe della Torella, per celebrare il dì natale della nostra augustissima Imperatrice, fece nella sua loggia, magnificamente ornata a guisa di un teatro che fusse nel mezzo di ben culto e vago giardino, recitare da’ primi virtuosi che siano in questa capitale una eccellente serenata a sei voci, intitolata ‘Angelica e Medoro’, dedicata al signor conte di Zizendorff, ospite del suddetto principe. Ella riuscì per tutte le circostanze dilettevole e grata al primo fiore di questa nobiltà che v’intervenne …” Così scriveva la Gazzetta di Napoli il 10 settembre 1720 della festa musicale organizzata il 4 settembre da Antonio Carmine Caracciolo, quarto principe di Torella, nella sua residenza napoletana di Chiaia. Si tratta di un regalo per il ventinovesimo compleanno della consorte dell’allora sovrano di Napoli Carlo VI d’Asburgo, Elisabetta Cristina di Brunswick-Wolfenbüttel.

Il principe di Torella non è certo un amico degli austriaci, al contrario è sospettato di essere filo-spagnolo (e lo è), ma partecipa di buon grado ai festeggiamenti senza lesinare sui mezzi. Commissiona al grande Nicola Porpora una composizione che avrà i versi composti da un giovane poeta ventiduenne al debutto nell’opera, Pietro Metastasio. E anche gli interpreti non sono certo degli sconosciuti, tranne un quindicenne castrato allievo di Porpora: Carlo Broschi, il futuro Farinelli. A lui il maestro pensa per il ruolo del pastorello Tirsi e per lui scrive le arie fra le più belle di questo lavoro celebrativo. Ed è un grande successo, che spinge gli artefici dello spettacolo a replicarlo qualche giorno dopo.

La trama si sviluppa attraverso i consueti intrecci “lei che ama lui, che ama lei, che ama l’altro”, prendendo a prestito Orlando, Angelica e Medoro dell’Orlando furioso di Ariosto e incrociando le loro vicende con quelle dei pastorelli Licore Tirsi, frequentatori abituali delle contrade arcadiche. Il giovane Metastasio non va troppo in profondità ma svolge la trama già con una certa dimestichezza. Al resto pensa Porpora con una musica leggera e rasserenante, e anche nella descrizione in musica della follia d’Orlando, che chiude in maniera un po’ brusca la vicenda, non turbano più di tanto le sgrammaticature di scrittura intonate al momento (comunque niente di paragonabile a quella ben più folle e furiosa di Antonio Vivaldi di qualche anno dopo). Tutto rasserenante come si addice a una sera d’estate.

Non è il giardino del principe Caracciolo, ma il cortile alberato del Landesmuseum di Mainz il luogo scelto dallo Staatstheater di Mainz per allestire la versione più recente del lavoro di Porpora, che in realtà è quello già visto a Martina Franca  un paio di estati fa. O quasi. Gianluca Falaschi, regista, scenografo e costumista, rimette le mani sul suo spettacolo rendendolo più agile grazie a qualche taglio di superflue trovate e di un personaggio minore (Titiro). Mantiene invece intatta l’idea della festa, in omaggio all’ispirazione d’origine dell’opera, che traduce in un simbolico e sontuoso banchetto al quale prendono parte i cinque protagonisti della storia e una piccola truppa di figuranti vestiti di fantasiosi costumi liberamente ispirati a un Settecento lisergico mentre più libere e legate al carattere sono le fogge scelte per i cantanti. Nel viavai di composizioni floreali, elaboratissime creazioni dolciarie, palloncini e coriandoli, le coppie si formano e si sciolgono fra qualche ammiccamento “gender fluid” in ossequio ai tempi, mentre un’aristocratica Angelica, come una regina del mondo, muove con aristocratico distacco i fili di quei complessi intrecci.

In gran parte rinnovata rispetto a Martina Franca la locandina musicale. Nuova la protagonista, che a Mainz è Nadja Stefanoff, un’Angelica fin troppo aristocratica e severa quanto vocalmente decisa. Non è così invece per l’Orlando Karina Repova, piuttosto trattenuta sia scenicamente che vocalmente quando invece il personaggio offrirebbe più di uno spunto per una maggiore libertà espressiva. Julietta Aleksanyan è Medoro reso con accenti nobili, mentre nei ruoli della sensuale Licori e dell’innocente Tirsi si ritrovano Gaia Petrone e Barbara Massaro, quest’ultima dotata di una grazia fanciullesca del tutto intonata al personaggio. A Mainz si ritrova anche l’eccellente ensemble con strumenti originali La Lira di Orfeo in questa ripresa diretta con competenza ed estro da Felice Venanzoni, responsabile anche di una concertazione che restituisce a pieno la ricchezza di colori della strumentazione di Porpora senza soffrire (troppo) dei consueti limiti delle esecuzioni all’aperto.

Il pubblico non è mancato e ha dato mostra di apprezzare la gradevole serata di musica con calorosi applausi per tutti.

 

 

 

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