Tra Pupi e rap

Il forte recupero della teatralità nei capolavori di Monteverdi e Stravinskij, portano il regista Roberto De Simone a un disincantato uso del dialetto siciliano per il primo, e a un originalissimo uso del rap per il secondo, in uno spettacolo tutto dedicato alla denuncia degli orrori della guerra.

Recensione
classica
Teatro dell'Opera Roma
Claudio Monteverdi
03 Febbraio 2004
Lanciare un ponte tra Monteverdi e Stravinskij, con l'intenzione di denunciare ancora una volta orrori e miserie della guerra ma anche di restituire una forte dimensione teatrale a due capolavori della musica europea: è questo - come sintetizzato nel titolo "Combattimento e storia di un soldato" - il senso dell'operazione architettata dal regista Roberto De Simone per lo spettacolo andato in scena ieri a Roma, di fronte a un pubblico curioso e sensibile alle sperimentazioni del regista, ma non così vasto come ci si sarebbe aspettato. Nel "Combattimento di Tancredi e Clorinda" l'ampio racconto iniziale fatto dal "cuntastorie", verosimilmente per introdurre il pubblico nella vicenda, è stato tutto giocato tra uso del dialetto siciliano, sillabazioni, accentuazioni esaperate, un uso estremamente ritmico della declamazione che ha finito col relegare in secondo piano l'evento monteverdiano, complice la poca convinzione degli strumentisti e malgrado la buona prova vocale offerta da Raffaello Converso nel ruolo dello Storico. Lunga, forse troppo lunga, l'introduzione del " cuntastorie", ma certamente indimenticabile la caleidoscopica interpretazione di Vincenzo Pirrotta, che anche grazie alle diverse immagini di pupi siciliani, ha fatto rivivere lo stridore delle armi medievali. Complessivamente migliore il risultato con "Histoire du soldat", dove la versione in stile rap di Paolo Romano ha dato occasione a De Simone per rompere con gli schemi accademici, usando un mezzo che egli stesso ha dichiarato essere scevro da omologazioni di natura espressiva. Plauso all'intero cast, ma specialmente al terzetto narrante (Paolo Romano, Alessandro e Marco Caricchia), bravo nell'esasperare il senso estraniante già presente nell'Histoire, in un contrappunto con la musica di Stravinskij che sicuramente ha visto un più egregio contributo dell'Ensemble strumentale del Teatro dell'Opera diretto da Vittorio Parisi.

Interpreti: Raffaello Converso, Vincenzo Pirrotta, Alessandro e Marco Caricchia, Paolo Romano

Regia: Roberto De Simone

Scene: Nicola Rubertelli

Costumi: Odette Nicoletti

Direttore: Vittorio Parisi

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