Sinopoli: scavare, suonare, comporre

Nell'ambito di una edizione inter-disciplinarmente assai ricca, il Festival Sinopoli di Taormina ha inaugurato la serie di tre concerti serali con una positiva performance di un ensemble interno, ben guidato da Fabio Maestri, impegnato in uno spaccato significativo della prima produzione compositiva di Sinopoli.

Recensione
classica
Festival Sinopoli Taormina
19 Ottobre 2006
Per Sandro Cappelletto, curatore di questa seconda edizione del Festival Sinopoli in corso a Taormina, il pensiero e la prassi di Sinopoli sono segnate da una passione coerente, nei vari campi d'esercizio: scavare nel profondo, come musicista (compositore, e poi interprete), o come studioso di psichiatria e poi di archeologia. È su questa direttiva che Sinopoli concretizzava le sue idee, facendone intuizioni interpretative pregne di senso: trovare gli indizi delle radici, degli strati fondanti di ciò che si manifesta nella superficie del presente, e attraverso di essi disvelare il mondo su cui il presente sta. Il Festival di quest'anno ha per questo un taglio multi-disciplinare assai caratterizzante, fortemente mirato alla ricerca archeologico-iconografica; ma non mancano le esecuzioni, di livello curatissimo, attraverso le quali tale passione coerente vien colta dal lato ancora meno indagato di Sinopoli, quello compositivo. Nel concerto d'apertura, l'attraversamento donatoniano si dispiegava in due lavori distanti quattro anni: Sunyata, (1972) suona più concettuale, "negativo", del precedente Erfahrungen, dove i percorsi formali del suono s'incanalano regolarmente in un tragitto ascensionale, eruttivo, in un vortice sonoro materico-espressionista che non esorcizza l'energia delle singole linee strumentali, sottoposte invece nel successivo brano a un controllo meticoloso e cristallino. Anche le cinque miniature di Les murs de Jean, del giovane Luca Antignani, sembrano voler legarsi attraverso un'analogia di percorso formale interno, salvo cornici, materiali ed esiti terminali differenziati. Il giorno successivo, positiva riuscita (anche nella presenza di pubblico) di Aristaios, dittico semi-scenico di Michele Dall'Ongaro e Matteo D'Amico su due racconti di Sinopoli.

Orchestra: Ensemble Sinopoli

Direttore: Fabio Maestri

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