Se l’opera è da camera (da letto)
Successo a Reggio Emilia per il divertissement erotico-ironico di Orazio Sciortino
07 ottobre 2025 • 3 minuti di lettura
Reggio Emilia, Teatro Cavallerizza – Festival Aperto
Maxima Immoralia
05/10/2025 - 05/10/2025Ci piace pensare che Orazio Sciortino si sia divertito un sacco a comporre libretto e musica di questa operina da camera – da camera da letto, verrebbe da dire – titolata Maxima Immoralia, proposta domenica scorsa al Teatro Cavallerizza di Reggio Emilia nell’ambito del Festival Aperto 2025, frutto di una coproduzione Fondazione Cantiere Internazionale d’Arte Montepulciano – Festival Aperto / Fondazione I Teatri Reggio Emilia – GAMO Ensemble Firenze.
Se il titolo pare rievocare i centocinquantatré aforismi che compongono le “Meditazioni della vita offesa” di Theodor W. Adorno – Minima moralia, appunto – ci pare che il rimando possa rappresentare poco più di un pretesto per una sorta di giuoco stilistico musical-letterario dallo sfondo liberamente (libertinamente) goliardico.
La struttura si presenta come una sorta di ricercata e sofisticata ode al piacere femminile e al fallo (inteso non come errore, naturalmente…) in forma di suite scenica articolata in quindici sezioni, con protagonista la visione di un ideale personaggio-femmina che si fa uno e trino, incarnato nelle voci di soprano di Maria Eleonora Caminada, Giulia Peri e Giulia Zaniboni. Interpreti, quest’ultime, vocalmente ineccepibili nell’affrontare i differenti e variegati registri espressivi imposti dalla partitura del compositore originario di Siracusa, così come bravissime nell’abitare lo spazio scenico essenziale ma – per così dire – sufficientemente esplicito e funzionale plasmato dalla regia e direzione artistica di Marta Eguilior (assistenza alla regia Ayla Gordon) con i costumi di Chiara Amaltea Ciarelli.
Un divertissement letterario e musicale dove Sciortino da un lato ha miscelato rimandi alla letteratura satirica ed erotica tra il XIII e il XVII secolo – con riferimenti tra Marziale e Boccaccio fino a scritture anonime medievali, intrecciando adagi popolari anche tratti dalla sua Sicilia a rimandi erotico-clericali – e dall’altro lato ha plasmato una materia sonora dove la polifonia del madrigale si alterna alla monodia accompagnata, il parlato si intreccia al salmodiare, l’acuto e fugace passaggio virtuosistico è contrapposto alla sarcastica cifra fonetica delle maschere della commedia dell’arte.
Così il personaggio, appunto, uno e trino (LEI 1, LEI 2, LEI 3) passa dal Preludio al Madrigale Primo, dalla Ballata della madre e della figlia al primo Recitativo scompagnato, arrivando all’Intermezzo delle fave, dove i “consigli per gli acquisti” suggeriscono applicazioni che paiono opportune anche in contingenze molto attuali: «Questa è una campagna di sensibilizzazione sulla tutela della fava pizzuta di Montevenere sul Citummo. […] La fava placa frustrazioni, malinconie, detossifica il fegato e allontana dai propositi bellici».
“Più fava per tutti”, si potrebbe dunque auspicare visti i tempi che corrono, proseguendo in una narrazione scenica che si innesta in un tessuto musicale multiforme, dove i bravi musicisti che compongono l’ensemble GAMO – Marco Facchini al violino, Lucio Labella Danzi al violoncello, Nicola Tommasini alla fisarmonica, Fabio Fornaciari al pianoforte e Federico Tramontana alle percussioni – hanno letto con preciso impegno una partitura che alterna rimandi ritmico-armonici più articolati ad aperture melodiche più distese, in una miscela timbrica decisamente dinamica e variegata, dove ai suoni degli strumenti si aggiungevano commenti vocali e battimani.
Un vero e proprio pastiche stilistico-musicale che si è rivelato efficace pur non concedendo nulla a una facile e didascalica immediatezza, anche grazie alla direzione che lo stesso Sciortino ha interpretato con gesto asciutto e preciso, frutto di un impegno dal quale ci è parso trapelare una sorta di appagato divertimento. Sensazione poi ribadita anche durante i saluti finali, sulla scia degli applausi convinti e prolungati offerti dal pubblico che gremiva il teatro e che ha attribuito un bel successo a questo spettacolo.