Salome, la luna e il sangue

Una grande luna bianca domina la scena, su di essa si erge la figura di Salome, è un istante in cui il silenzio è rotto dal fruscio di delicati veli: ha inizio il dramma.

Recensione
classica
Teatro Massimo Palermo
Richard Strauss
16 Aprile 2005
Una grande luna bianca domina la scena, su di essa si erge la figura di Salome, è un istante in cui il silenzio è rotto dal fruscio di delicati veli: ha inizio il dramma. Dopo un secolo il primo tra i capolavori di Richard Strauss conserva ancora un fascino perverso che s'insinua subdolamente nello spettatore, rendendolo partecipe attonito e anch'esso vittima di una tragedia dell'anima corrotta da voluttà e sregolatezza. Ne è artefice Salome, risorta nuovamente nell'allestimento prodotto dal Teatro Massimo di Palermo firmato dal regista Antonio Calenda su scene di Paolo Tommasi. Dal podio il maestro Gabriele Ferro offre una delle sue migliori interpretazioni alle prese con una partitura prepotentemente pervasa da quei caratteri espressionisti che come un caleidoscopio offrono un ventaglio sempre cangiante di sensazioni, colori, umori musicali. È una lettura molto attenta quella di Ferro, supportata con onore dall'orchestra del Massimo, splendidamente fusa con l'idea registica di Calenda che su una grande scalinata su cui si staglia la grande luna muove i protagonisti con intelligenza e cura dei particolari. La luna, prima bianca, si eclissa durante la danza per poi riapparire alla morte di Jochanaan tinta di color fuoco: è l'animo nevrotico e instabile di Salome che prima acceso dall'amore, si spegne nell'abisso della vendetta e dell'odio prima di infiammarsi di ardore erotico appagato orrendamente dall'amaro sapore di sangue con cui è macchiata la testa del Battista. Complessivamente eccellenti i protagonisti sia da un punto di vista vocale che scenico: il versante femminile vede protagonista Janice Baird come Salome e la magnifica Catherine Malfitano al suo debutto nel ruolo di Herodias, possente Morten Frank Larsen come Jochanaan e decisamente perfetto l'Herodes di Alan Woodrow. Appariscenti costumi e appropriato uso delle luci completavano degnamente la migliore produzione della stagione palermitana, approvata da un pubblico troppo poco avvezzo a questo repertorio.

Interpreti: Herodes Alan Woodrow; Herodias Catherine Malfitano; Salome Janice Baird/Natalia Dercho; Jochanaan Morten Frank Larsen; Narraboth Tom Randle; Ein Page der Herodias Barbara Baranowska; 1. Jude Ernst Dieter Suttheimer; 2. Jude Jorio Zennaro; 3. Jude Cristiano Olivieri; 4. Jude Uffried Haselsteiner; 5. Jude Markus Hollop 1. Nazarener Robert Holzer; 2. Nazarener Ugo Gagliadro; 1. Soldat Markus Hollop; 2. Soldat Andrea Snarski

Regia: Antonio Calenda

Scene: Paolo Tommasi

Costumi: Paolo Tommasi

Orchestra: Orchestra e coro della Fondazione Teatro Massimo

Direttore: Gabriele Ferro

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