Respighi ritrovato a Bologna
Successo per la quarta edizione del Festival Respighi
27 ottobre 2025 • 5 minuti di lettura
Bologna, varie sedi
Festival Respighi
08/06/2025 - 25/10/2025Dopo quattro anni di attività, si può affermare – senza correre il rischio di risultare prematuri – che il Festival Respighi sia effettivamente ciò di cui Bologna aveva bisogno per rinvigorire la propria offerta musicale. Giunta alla sua quarta edizione, la kermesse ideata da Maurizio Scardovi, organizzata da Musica Insieme Bologna e dedicata alla riscoperta del genio musicale di Ottorino Respighi, nonché ai compositori del primo Novecento, è stata accolta e salutata con successo da tutto il pubblico bolognese, a testimonianza di un progetto che sembra riuscito anche sul lungo termine.
Svoltosi dall’8 giugno al 25 ottobre (ma entrato veramente nel vivo solo a partire da settembre, dato che l’unico appuntamento estivo è stato il concerto di presentazione della rassegna), il festival ha proposto numerose iniziative coinvolgendo altrettante istituzioni culturali del territorio: non solo concerti (sinfonici e da camera), ma pure spettacoli teatrali, convegni, proiezioni cinematografiche, presentazioni di libri e dischi e addirittura la messinscena di un’opera lirica. Non potendo, evidentemente per ragioni di spazio, raccontare tutti gli eventi organizzati, ci soffermeremo sul nucleo centrale di questa edizione: il rapporto tra Respighi e la musica del XX secolo. Nell’offerta artistica della quarta edizione è stata privilegiata la relazione storica e formale tra Respighi e Igor’ Stravinskij (entrambi hanno avuto come maestro Rimskij-Korsakov), come si è potuto riscontrare nel concerto di apertura del festival (in collaborazione con il Teatro Comunale di Bologna) e in quello che ha inaugurato la nuova stagione del Teatro Duse, a testimonianza di collaborazioni che proseguono virtuosamente da alcuni anni.
I CONCERTI: RESPIGHI E STRAVINSKIJ
Il 21 settembre Daniele Rustioni (chiamato a sostituire l’indisposto Zubin Mehta) ha guidato sapientemente l’orchestra del Comunale di Bologna in un programma che ha visto specchiarsi, per l’appunto, Respighi e Stravinskij. La serata si è aperta con l’esecuzione della Sagra della Primavera, caratterizzata da una direzione precisa e netta, sintomo di una manifesta interpretazione analitica, che ha restituito un bilanciamento ottimo delle dinamiche e un’impressione vivida delle melodie contenute nell’opera, troppo spesso ridotta esclusivamente alla rivoluzione compiuta nell’ambito ritmico. Dopo l’intervallo, il palcoscenico è stato occupato dalle Fontane e dai Pini di Roma di Respighi. Le proprietà timbriche dei due poemi sinfonici sono state rese in tutta la loro ricchezza creativa da una compagine bolognese in forma smagliante, condotta dal gesto chiaro e sempre intellegibile di Rustioni. Il direttore ha riscontrato un notevole successo nell’impresa, invero piuttosto ardua, di bilanciare monumentalità e musicalità, senza mai far svanire i differenti e proteiformi caratteri umorali e atmosferici di ogni brano.
A rimare con la serata inaugurale della rassegna è stato il concerto del 24 settembre ospitato dal Teatro Duse, in cui Sasha Yankevych ha diretto la Filarmonica Arturo Toscanini in un programma che ha messo nuovamente in dialogo il compositore italiano con quello russo. Questa volta ad aprire le danze è stato Respighi con la sua Berceuse per orchestra d’archi, eseguita con l’opportuna triste delicatezza nostalgica, e poi con il Poema autunnale per violino e orchestra, in cui il violino di Mihaela Costea ha diffuso un suono ben affilato e solido anche nelle sezioni più gravi, mentre la concertazione di Yankevych è stata apprezzata per il buon bilanciamento tra orchestra e solista e per l’equilibrio generale tra i momenti rustici e quelli più lirici. Dopo la pausa, Stravinskij è stato omaggiato con il neoclassico Pulcinella, balletto in un atto per soprano, basso, tenore e orchestra: le voci soliste di Sarah Hakobyan, Alexander Sprague e Luca Dall’Amico si sono dimostrate all’altezza del compito loro assegnato e l’esecuzione generale è stata all’insegna dell’ordine e dell’ironica musicalità.
IL MELODRAMMA: LA BELLA DORMIENTE NEL BOSCO
A concludere l’edizione 2025 del festival il 25 ottobre è stata la prima assoluta del nuovo allestimento dell’opera La bella dormiente nel bosco, una produzione che ha coinvolto diverse realtà musicali del territorio: il Conservatorio Giovan Battista Martini (che ha messo a disposizione i suoi studenti come musicisti, coristi e cantanti), la Bernstein School of Musical Theatre (che ha contribuito con il suo coro), la scuola di teatro bolognese “Alessandra Galante Garrone” (con i suoi attori e mimi) e la scuola di scenografia dell’Accademia delle Belle Arti di Bologna (con i suoi studenti di scenografia). La fiaba musicale in tre atti (poco più di un’ora di musica) di Ottorino Respighi su libretto di Gian Bistolfi (tratto da Charles Perrault) è andata in scena al Comunale Nouveau (grazie alla preziosa collaborazione tecnica del Comunale) con la regia di Giovanni Dispenza e Matteo Parmeggiani sul podio.
L’operina respighiana, andata in scena per la prima volta a Roma (Teatro Odescalchi) nel 1922, fu ideata originariamente sotto forma di spettacolo di marionette (il destinatario era, infatti, il teatrino di Vittorio Podrecca) accompagnato da orchestra e cantanti. La regia di Dispenza ha recuperato suddetto antefatto, immaginando che ad assistere alla celebre fiaba della bella addormentata fosse una bambina bolognese colta nell’atto di giocare con dei burattini. Da qui si è sviluppato un riuscito allestimento, sognante e precipuamente fiabesco, grazie all’uso adeguato di proiezioni video per i fondali e di scenografie suggestive (le grandi ragnatele che avvolgono il castello caduto nel sonno eterno). Parmeggiani ha offerto una direzione ben conscia di tutti i giochi timbrici contenuti nella partitura, riuscendo a condensare con gusto l’ecletticità antiverista dell’opera, caratterizzata appunto dall’ironico susseguirsi di diversi registri: dal sentimentale all’idilliaco, dal burlesco al parodistico. Nel cast composto da giovani studenti, tutti adeguati, si sono distinti i soprani Jieun Nho e Zixing Wang nei ruoli rispettivamente della Fata Azzura e della Principessa e il tenore Oronzo D’Urso nei panni del Principe Aprile.
In sintesi, il Festival Respighi Bologna si è dimostrato nuovamente una realtà culturale importante per il territorio bolognese e, soprattutto con l’edizione appena conclusasi che ha integrato nella programmazione addirittura l’allestimento di un’opera lirica, ha evidenziato il proprio interesse per una crescita sempre maggiore. In generale, un successo notevole.