Nyman alla Biennale, lussuria fiacca

Efficace compositore di musiche per film, Nyman si è presentato alla Biennale con un programma che svela una certa banalità di scrittura. Il pubblico accorre, ma non si entusiasma troppo.

Recensione
classica
Biennale Musica Venezia
04 Ottobre 2007
Grande pubblico in coda fuori dalle Tese dell'Arsenale di Venezia per Michael Nyman alla Biennale. Fortemente voluto dal direttore Giorgio Battistelli, ben conscio che attivare accostamenti detonanti nel programma – l'apertura è stata per il meraviglioso "Kraanerg" di Xenakis – è il modo più efficace per porre feconde questioni sulla musica di oggi. Efficace compositore di colonne sonore, Nyman si rivela alla prova dei fatti compositore abbastanza limitato e noioso nella pervicace ripetizione della propria formula espressiva: se le musiche per il film "Il libertino", riadattate per soprano, violino e orchestra sono un'accattivante ghirlanda di situazioni sentite e risentite, non è andata certo meglio per i due pezzi successivi. Il secondo concerto per violino e orchestra – a eseguirlo Francesco D'Orazio – si è rivelato abbastanza pasticciato e privo di idee, oscillando tra cellule minimali e echi di danze antiche (o presunte tali). Nyman ha inaspettatamente affidato la direzione di questi primi due brani a Carlo Rizzari, che ha condotto l'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia con buona professionalità, per poi salire personalmente e finalmente sul podio per l'esecuzione dei "Sonetti Lussuriosi" per soprano e orchestra, commissionatigli dalla Biennale. Otto sonetti di Pietro Aretino, cantati dalla soprano Marie Angel con volute lente sopra alle solite spire accordali dell'orchestra, tutto banalissimo dal punto di vista armonico, ritmico e melodico, nonché abbastanza noioso e per nulla sensuale (ma forse non era questa l'intenzione). Applausi non troppo convinti alla fine, ma un bel po' di spunti per riflettere sulle contraddizioni e le dinamiche delle diverse musiche che albergano sotto l'ombrello definitorio della "contemporaneità".

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