Nella scuola di Sarastro
Perplessità e poi successo a Firenze per il “Flauto Magico”.
24 marzo 2017 • 2 minuti di lettura
Teatro dell'Opera di Firenze
Wolfgang Amadeus Mozart
23/03/2017 - 23/03/2017Dopo una mezz'ora del “Flauto Magico” che si dà all'Opera di Firenze, riproponendo lo spettacolo di Damiano Michieletto per la Fenice, eravamo rassegnati all'ennesima regia – rilettura, rilettura tirata come una coperta troppo corta: Tamino e Pamina scolari di una scuola all'antica con le Tre Dame suore, Papageno bidello e, chissà perché, anziano, Monostato bulletto onanista - pure ! - e Sarastro preside severo ma giusto (e la Regina della Notte ? vicepreside dissidente ?), il tutto nella solita scena “rigorosa”, o mortificata a seconda dei punti di vista, un grande stanzone con un arredo da scuole pie anni Cinquanta e un'enorme, incombente lavagna... le solite cose insomma, e ci eravamo quasi rassegnati a chiudere gli occhi e goderci il Mozart moderno, asciutto e vigoroso di Roland Böer – ma che bell'arte dell'accompagnamento fin dall'aria di Tamino ! - che ci era piaciuto tanto un anno fa nel “Così fan tutte”, anche se qui presidiava un cast un po' diseguale e mostrava qualche iniziale squilibrio. Ma poi - quasi che, se è lecito, Michieletto si fosse ricordato di essere il regista capace di estro che è - lo spettacolo trova la sua strada, si fa più arioso, arguto e parlante, finendo per conquistare nella bizzarra e misteriosamente ammaliante scena con i Due Armati – istruttori di scherma, molto ben diretta, cantata e recitata, per non dire dell'evocazione della prole papagenica ventura, cinque minuscoli bidelli con le loro scopettine, e intanto anche la musica ha preso più fascino e più colore. Alla fine successo per tutti e in particolare per i due migliori, i delicati e intensi Tamino e Pamina, Juan Francisco Gatell e Ekaterina Sadovnikova, ma ricordiamo anche la vibrante Regina della Notte di Olga Pudova. Repliche con questo e altro cast fino al 29 marzo.