Musica a Sant’Elpidio

Dal Sant’Elpidio Jazz Festival all’Accademia Organistica Elpidiense

Recensione
classica
A pochi giorni dal drammatico terremoto che ha colpito il centro Italia e in vista dell’iniziativa che, il prossimo 4 settembre, trasformerà “Il jazz italiano per l’Aquila” in “Il jazz italiano per Amatrice”, coinvolgendo varie città del nostro Paese in un atto collettivo di solidarietà, mi piace restituire l’esperienza di una manifestazione come il Sant’Elpidio Jazz Festival (Circuito Jazz di Marca). L’iniziativa, che abita un antico borgo della provincia di Fermo – esempio come tanti in Italia di piccolo-grande patrimonio di storia e cultura locale tanto prezioso quanto fragile – è arrivata alla sua diciassettesima edizione grazie all’impegno dell’Associazione Syntonia Jazz e del suo presidente nonché direttore artistico del festival Alessandro Andolfi, imprenditore illuminato (ebbene si, ce n’è ancora qualcuno…) capace di coltivare una passione che, dalle prime esperienze legate ai corsi estivi tenuti da insegnanti provenienti, tra l’altro, dal Berklee College of Music di Boston – poi sospesi anche a causa delle conseguenze dei precedenti terremoti che hanno interessato questo territorio – ha preso la forma attuale di un festival estivo che riempie con i suoi appuntamenti l’accogliente piazza ai piedi della Torre Gerosolimitana simbolo del paese.

L’edizione 2016 di questo festival, promosso dall’Assessorato alla Cultura e Turismo del Comune di Sant’Elpidio a Mare, ha proposto un cartellone avviato nel mese di luglio da artisti quali Richard Bona e Cyrus Chestnut con il suo trio, mentre nel mese di agosto ho potuto respirare l’atmosfera ospitale di questa manifestazione seguendo tre concerti che hanno proposto visioni diverse e variegate del panorama musicale italiano, a iniziare dalla serata del 3 agosto che ha visto protagonista il quartetto di Rosario Giuliani e Luciano Biondini impegnato in un omaggio a Ennio Morricone e Nino Rota titolato “The great italian film masters”. Si è trattato di una rilettura delle musiche dei due compositori attraverso la lente dell’improvvisazione, offerta da parte di una compagine strumentale affiata in cui il sax affilato di Giuliani e il suono denso della fisarmonica di Biondini si innestavano sulla solida sezione ritmica formata dal contrabbasso di Enzo Pietropaoli e dalla batteria e percussioni di Michele Rabbia, reinventando attraverso lunghe rielaborazioni brani celebri quali, tra gli altri, il tema di “Nuovo Cinema Paradiso”, “La strada”o “8 ½”.

Un’atmosfera che è cambiata di segno in occasione dell’appuntamento successivo (sabato 6 agosto), dove il Mirko Fait Quintet – con, oltre al sax di Fait, la tromba di Roberto Piermartire, il pianoforte di Antonio Zambrini, il basso di Rodrigo Amaral e la batteria di Roby Giannella – ha presentato il progetto “Viaggio dell’amicizia Milano - Sant’Elpidio”, proponendo una selezione di piacevoli brani oggetto di un’originale produzione discografica targata Jazz di Marca di imminente uscita. La serata successiva ha chiuso in chiave femminile la rassegna, con Simona Molinari impegnata in un suo personale tributo al repertorio di Ella Fitzgerald, un viaggio leggero e sofisticato dove la cantate è stata accompagnata da un solido quartetto formato da Gian Piero Lo Piccolo al sax e clarinetto, Claudio Filippini al pianoforte, Fabrizio Pierleoni al basso elettrico e Fabio Colella alla batteria, le cui proposte musicali sono state ampiamente apprezzate – come per altro è successo anche per i concerti precedenti – dal folto pubblico presente.

Un pubblico che si è in parte intrecciato con quello di un’altra rassegna musicale, l’Accademia Organistica Elpidiense la quale, giunta alla sua quarantaduesima edizione (conclusasi lo scorso 26 agosto e diretta con competenza e passione dal presidente Giovanni Martinelli) rappresenta una diversa e solida tradizione musicale espressa da questo paese. In particolare ho avuto l’opportunità di seguire, venerdì 5 agosto, un concerto per i due organi della Basilica di Santa Maria della Misericordia, che proponeva una selezione di trascrizioni da opere, tra gli altri, di Corelli, Vivaldi, Galuppi e Händel, ben restituite dalle attente esecuzioni di Luca Scandali e Edoardo Bellotti. Un’occasione che ha confermato, attraverso la compresenza di stili musicali e di pubblici differenti, la bontà e il valore restituito da iniziative musicali (e culturali in genere) ad un territorio come quello rappresentato da questo borgo marchigiano, esempio tra i tanti di pregiati angoli di un territorio fragile e prezioso, che merita di essere accudito e tutelato anche – e certo non solo – nelle sue tradizioni culturali.

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