Modena celebra il 150°

La prima di Risorgimento! di Lorenzo Ferrero e Il Prigioniero di Luigi Dallapiccola

Risorgimento!
Risorgimento!
Recensione
classica
Teatro Luciano Pavarotti Modena
Lorenzo Ferrero
26 Marzo 2011

Serata di gala al Teatro Comunale di Modena per i festeggiamenti di questi 150 anni, alla presenza delle massime autorità cittadine, politiche e culturali: segno di riconoscimento dell’importanza dell’evento per una città che a quella Storia contribuì nel suo svolgersi, ma anche del valore istituzionale attribuito alla celebrazione del dato in termini di elaborazione artistica. Valore accresciuto, dal sostegno del Teatro Comunale di Bologna, che ha anche curato l’edizione speciale di un libretto di sala ricco di testimonianze documentarie e di curiosità informative per il pubblico. Felice la scelta di offrire alla cittadinanza un dittico composto di un’opera nuova, Risorgimento! commissionata per l’occasione a Lorenzo Ferrero, affiancata dall’allestimento di un prezioso gioiello del Novecento musicale italiano sulla Resistenza, Il prigioniero di Luigi Dallapiccola. Una scelta che in sé dimostra un intento programmatico rivolto in modo non scontato verso la diffusione della cultura musicale in termini di conoscenza e d’impegno civile. L’opera di Ferrero conferma il linguaggio del proprio compositore, offrendosi senza pretese per quello che è: un prodotto d’occasione, che, soprattutto nel libretto di Dario Olivieri, risente con ogni probabilità dell’intento celebrativo. Ecco, quindi, che, pur essendo il momento storico considerato sotto una prospettiva ammirevole e ricca di spunti di riflessione (il Risorgimento nei suoi prodromi, vissuto come sogno di speranza e di libertà attraverso la prospettiva di un compositore ‘militante’ e rappresentativo, com’è presentato Giuseppe Verdi in un gioco di specchi di Opera nell’Opera), il prodotto ottenuto non riesce a far destare pienamente l’attenzione e il coinvolgimento emotivo del pubblico, in pratica manca di slanci di intensa partecipazione (da segnalare l’aria della Strepponi, sostenuta da una meritatamente applauditissima anche nel ruolo della madre nel Prigioniero, Valentina Corradetti). Intriganti gli allestimenti: più tecnologico quello di Risorgimento!, basato su elaborazioni video proiettate sullo fondo, secondo tecniche già sperimentate dallo stesso Ferrero con Le Piccole Storie proprio in questo Teatro; più minimale, ma decisamente in linea con la profondità simbolica dei contenuti, quello studiato per Il Prigioniero, realizzato tenendo conto di un’intima unione scenografica con l’uso delle luci e di misurate coreografie di mimi e danzatori (considerevole la presenza scenica di Francesca Zaccaria). In generale ottima la preparazione del cast (tra le voci maschili emerge quella di Chad Armstrong), del coro e dell’orchestra del Teatro Comunale di Bologna, ben diretti da Michele MarIotti, per la regia di Giorgio Gallione.

Note: video proiezioni: Francesco Frongia gestione sistema video: Claudio Pitzalis

Interpreti: Risorgimento!: Alessandro Spina (Maestro sostituto); Annunziata Vestri (Giovannina Bellinzaghi); Alessandro Luongo (Bartolomeo Merelli); Valentina Corradetti (Giuseppina Strepponi); Leonardo Cortellazzi (Luigi Barbiano di Balgiojoso); Umberto Bortolani (Giuseppe Verdi). Il Prigioniero: Valentina Corradetti (la Madre); Chad Armstrong (Il prigioniero); Armaz Darashvili (Il Carceriere/Grande inquisitore), Dario Di Vietri - Mattia Olivieri (due Sacerdoti)

Regia: Giorgio Gallione

Scene: Tiziano Santi

Costumi: Claudia Pernigotti

Corpo di Ballo: Ballerini: Francesca Zaccaria e Alessandro Ciardini; Mimi: Valerio Ameli, Giorgio Coppone, Mattia Macchelli, Matteo Marchetta; Davide Battistelli, Danilo Lanfredi, Michele Pagliai, Antonio Salerno

Coreografo: Giovanni Di Cicco

Orchestra: Teatro Comunale di Bologna

Direttore: Michele Mariotti

Coro: Teatro Comunale di Bologna

Maestro Coro: Lorenzo Fratini

Luci: Andrea Oliva

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Non una sorta di bambino prodigio ma un direttore d’orchestra già maturo, che sa quello che vuole e come ottenerlo

classica

Napoli: per il Maggio della Musica

classica

Nuova opera sul dramma dell’emigrazione