Mengoli per Mahler

A Bologna con l'Orchestra del Teatro Comunale

GD

18 settembre 2025 • 3 minuti di lettura

Mengoli e l'Orchestra del Comunale di Bologna (Foto Andrea Ranzi)
Mengoli e l'Orchestra del Comunale di Bologna (Foto Andrea Ranzi)

Auditorium Manzoni, Bologna

Mengoli con l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna

16/09/2025 - 16/09/2025

Dopo la pausa estiva, per il pubblico bolognese si riaprono le porte dell’Auditorium Manzoni e il rientro è quello delle grandi occasioni: alla guida della ritrovata e particolarmente in forma Orchestra del Teatro Comunale, ecco Giuseppe Mengoli, il primo direttore italiano ad aver vinto il prestigioso Concorso Mahler. Insieme a lui, nella prima parte del concerto, i talentuosi Marco Rizzi (violino) ed Enrico Bronzi (violoncello). 

La serata si apre come era stata inaugurata la stagione sinfonica a gennaio, ovvero con il ciclo dedicato a Brahms, che stavolta mette in scena, per la gioia degli ascoltatori, il frizzante Concerto per violino, violoncello e orchestra in La minore, ultima concezione sinfonica dell’autore (la prima esecuzione risale al 1887) e smagliante esempio di aggiornamento tardoromantico, in chiave di omaggio, della forma barocca del concerto grosso.  A colpire l’orecchio, già dal primo movimento Allegro, è la compattezza e l’unitarietà sonora che Mengoli riesce ad estrarre con gusto e grande attenzione agogica dall’orchestra felsinea, qui particolarmente apprezzabile nel fraseggio tra i reparti. A ciò vanno aggiunti il vigoroso nitore del violino di Rizzi e la robusta autorevolezza del violoncello di Bronzi. L’esecuzione procede con ammirevole fermezza interpretativa nell’Andante, un accomandante e reciprocamente comprensivo dialogo tra i due solisti sorretti da un’oasi di calma e gentilezza orchestrale, e nel Vivace non troppo, un battibecco musicale turbinosamente espressivo tra i due interpreti, che restituiscono l’impertinenza del tema zigano con il dovuto brio. Terminata l’esecuzione, Rizzi e Bronzi hanno modo di ringraziare ulteriormente la platea suonando come bis il piratesco finale della Sonata per violino e violoncello di Ravel. Il risultato sono i lunghi applausi del pubblico. 

Dopo l’intervallo, si registra l’apice della serata con la Sinfonia n. 1 in Re Maggiore di Mahler, intitolata dall’autore stesso Il Titano – evidentemente non solo per ragioni programmatiche (in origine l’opera era stata pensata come un poema sinfonico incentrato sul risveglio della natura e la conquista del Paradiso da parte dell’eroe romantico), considerate le imponenti dimensioni dell’organico orchestrale. Mengoli propone un’interpretazione piacevolmente aderente al testo e allo spirito della composizione, con l’intensa pazienza del Langsam del primo movimento, in cui la compagine orchestrale si fa cogliere preparata nelle violente irruzioni della luminosa fanfara che interrompe, a tratti, la cupa sospensione primordiale del brano, e nei vorticosi ritmi danzanti del secondo movimento, un Ländler a mo’ di Scherzo adombrato qua e là dal tenebroso moto perpetuo degli ottoni. A spiccare è, tuttavia, la seconda parte della sinfonia, definita da Mahler “Commedia umana”. La nota Marcia funebre che anima il terzo movimento, un ribaltamento del canone di Fra Martino in modo minore, è intesa da Mengoli in tutta la sua pregnanza semantica ed emotiva: un suadente enigma e un girotondo parodisticamente macabro, talvolta raffreddato da un lontano tema ungaro-boemo, che sembra ricordare all’autore e a chi ascolta un’Impero ormai disfatto e perduto tra le pieghe della Storia. Infine, il giovane direttore italiano dimostra di aver meritato il premio di cui sopra guidando con maestria il complesso bolognese nel travolgente finale Tempestosamente agitato. Gli ottimi musicisti del Comunale danno prova di una ragguardevole vitalità musicale, guidati da un Mengoli capace di bilanciare con un appropriato spirito romantico (e anche una pertinente dose di sincera commozione) le ondulazioni melodiche di infantile nostalgia che squarciano, sebbene mai vittoriose, il tripudio enfatico del tema principale, intonato con veemenza dagli abili ottoni.

In sintesi, un grande successo per la ripresa autunnale della stagione sinfonica bolognese, come testimoniano i fragorosi applausi al termine del concerto.