Mazeppa, il "Boris" di Cajkovskij

Grade successo per Mazeppa, il primo dei tre appuntamenti che l'Opera di Lione dedicherà alle opere di Cajkovskij ispirate a testi di Pushkin. L'intera trilogia che si svolgerà nell'arco di tre anni è affidata alla coppia Petrenko/Stein.

Recensione
classica
Opéra de Lyon Lione
Piotr Ilic Cajkovskij
24 Gennaio 2006
Sparite dalla circolazione le ragazze di buona famiglia, spariscono a poco a poco anche i luoghi comuni sulla musica di Cajkovskij, che per troppo tempo è stata considerata buona solo per gli isterismi e le morbosità sentimentali delle suddette. Chi fosse ancora di questa idea venga a vedere questo riuscito allestimento di Mazeppa. In quest'opera il registro di Cajkovskij non è nient'affatto quello tardo-borghese o decadente, ma piuttosto quello pienamente tragico di un musicista consapevole delle forze che mandano avanti la Storia. Il libretto che riprende da vicino l'originale pushkiniano è efficace nella suddivisione dei quadri: scene corali fanno da sfondo alle vicende dei singoli, e il tutto raggiunge altezze epiche non inferiori a quelle del Boris di Mussorgskij. La regia di Peter Stein ha buon gioco a strutturare un dramma già ben congegnato. Sono da lodare in blocco tutte le scene di massa, perfette e di grande impatto, mentre i quadri più intimi sono apparsi un po' più incerti, con movimenti il più delle volte generici e a vuoto. Anatolij Kotscherga è stato il mattatore della serata: da brividi la sua scena della prigione e in generale la bravura con cui ha saputo rendere l'evoluzione del povero Kotchubei, vassallo umiliato da Mazeppa e poi martire ed eroe. Altrettanto a suo agio sulla scena, anche se vocalmente un po' fragile, Anna Samuil nel difficile ruolo di Maria, la fanciulla innocente, ma ambiziosa, che finirà per diventare folle. Eccellenti anche Marianna Tarasova, una Liubov dalla voce possente, e Wojtek Drabovicz nei panni del protagonista. Gran parte del successo va poi a Kirill Petrenko, all'entusiasmo con cui ha diretto l'ottima orchestra e al senso drammatico con cui ha dosato le forze in una partitura complessa e non priva di alcuni squilibri.

Interpreti: Anna Samuil: Maria; Marianna Tarasova: Liubov; Mikhail Agafonov: Andreï; Wojtek Drabowicz: Mazeppa; Anatoli Kotscherga: Kotchubeï; Ian Caley: Iskra; Marek Gasztecki: Orlik

Regia: Peter Stein

Scene: Ferdinand Wögerbauer

Costumi: Anna Maria Heinreich

Orchestra: Orchestra dell'Opera di Lione

Direttore: Kirill Petrenko

Coro: Coro dell'Opera di Lione

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Piace l’allestimento di McVicar, ottimo il mezzosoprano Lea Desandre

classica

A Bologna l’opera di Verdi in un nuovo allestimento di Jacopo Gassman, al debutto nella regia lirica, con la direzione di Daniel Oren

classica

Napoli: il tenore da Cavalli a Provenzale