Mauger in Laguna
A Venezia primo appuntamento con la sessione primaverile di "Risonanze"
Recensione
jazz
Metti una sera a Venezia con il Mauger trio, ovvero Rudresh Mahanthappa, Gerry Hemingway e Mark Dresser. Metti un disco pubblicato di recente su Clean Feed che ha creato le giuste attese ("The Beautiful Enabler"), e infine aggiungi un teatro, il Fondamenta Nuove, con la sua acustica avvolgente, la scenografia elegante e quelle pareti in mattoni a vista che grondano storia e calore. Il risultato non può che essere un concerto da ricordare. Da ricordare, al di là delle suggestioni lagunari, per un’ora e mezza di musica emozionante, intensa, suggestiva. Aperture, dilatazioni, costruzioni e de-costruzioni, libertà e rigore: un gioco di contrapposizioni mediate la formula Mauger, organismo che vive, respira e scalcia. E se la sezione ritmica (La Sezione Ritmica) non ha bisogno di presentazioni (con Dresser e Hemingway tutto è possibile), il giovane Mahanthappa è forse uno dei talenti più cristallini emersi dalla scena americana dell’ultimo decennio. Al contralto Rudresh possiede una voce larga e possente, che tradisce con discrezione (e con nostra somma delizia) la matrice indiana del musicista. In scaletta, ovviamente, molte delle composizioni contenute nel recente debutto, a partire dalla pulsante “Acuppa”, uscita dalla penna free di Hemingway, passando per la dolce “I’ll See You When I Get There” di Mahanthappa, fino a una versione tutta spigoli e astrazioni della monkiana “Oska T.”. Ricchissima la varietà di situazioni e formule, per un’intesa miracolosa che solo i grandi sanno trovare.
Interpreti: Rudresh Mahanthappa: sax contralto; Mark Dresse: contrabbasso; Gerry Hemingway: batteria.
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