Manon Lescaut secondo tradizione

Il Teatro del Maggio inaugura con una "Manon Lescaut" pucciniana rispolverando un vecchio e fortunato allestimento del Massimo di Palermo, affidando la regia ad un figlio d'arte, Pier Francesco Maestrini, e il podio ad uno dei direttori più amati dai melomani, Daniel Oren. Fiorenza Cedolins attesa ed applaudita protagonista.

Recensione
classica
Teatro del Maggio Musicale Fiorentino Firenze
Giacomo Puccini
22 Settembre 2002
Forse rimandando l'impegno più convinto al prosieguo della stagione (segnatamente al "Peter Grimes" diretto da Seiji Ozawa e al "Macbeth" diretto da Julia Jones e con il debutto nella regia lirica di Eimuntas Nekrosius), il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino ha inaugurato al Comunale su un profilo più modesto, rispolverando per "Manon Lescaut" un vecchio allestimento del Teatro Massimo di Palermo con le scene di Gioia Fiorella Mariani che riproponevano il gusto più classico della scena dipinta, e chiamando alla regia Pier Francesco Maestrini. Figlio di Carlo che fu uno degli ultimi esponenti titolati della regia d'opera "tradizionale", riprende, almeno in questo spettacolo, la scuola paterna: disinvolto e talora inventivo nel risolvere certe scene di massa (ad esempio il tetro episodio dell'appello delle prostitute nel quadro di Le Havre), certo, però, perché un certo gestire - e camminare sulle uova - "settecentesco" che nessuno si sognerebbe più di applicare a Goldoni o a Marivaux imperversa ancora nell'opera a soggetto settecentesco, qui soprattutto fra parrucchieri, musicanti, madrigali e minuetti del secondo quadro nella casa di Geronte ? Essendoci sul podio Daniel Oren e l'opera essendo per l'appunto "Manon Lescaut", il risultato era quello di un puccinismo inebriato e di forte presa sul pubblico ma un po' Old Fashion, al caso incipriato fino alla leziosaggine (secondo atto !) e con i colori musicali giusti in sé, ma ora diluiti in estenuazioni di ogni sorta e in vaghezze qualche volta pericolose (come all'inizio di "In quelle trine morbide"), ora scatenati fino a soverchiare il palcoscenico. Eppure riscrivere il tema "Puccini e il Settecento" sarebbe così interessante... Quanto al cast, Fiorenza Cedolins, che non è nuova al ruolo, con la sua voce naturalmente bella e con la rotondità maliosa di certe mezzetinte ha azzeccato in pieno, ci è sembrato, il secondo atto, la Manon bambina capricciosa e seducente, ma è nel finale tragico che ancora forse manca qualcosa; la affiancava con bellezza più che potenza di mezzi e con nobiltà Sergej Larin, fra gli altri ricordiamo Franco Vassallo (Lescaut), Danilo Rigosa (Geronte), Enrico Cossutta (Edmondo). Successo caloroso.

Interpreti: Cedolins (22, 26/9, 3/10) / Nitescu (24, 27/9, 1, 4/10), Vassallo (22, 26/9, 3/10) / Veccia (24, 27/9, 1, 4/10), Larin (22, 26/9, 1, 3/10) / Volonté (24, 27/9, 4/10), Rigosa, Cossutta, Nardinocchi, Cosotti, Comparato, Sammaritano, Livermore, Gabba, Peraldo

Regia: Pier Francesco Maestrini

Scene: Gioia Fiorella Mariani

Costumi: David Walker

Orchestra: Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino

Direttore: Daniel Oren

Maestro Coro: José Luis Basso

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

In tournée con Antonio Pappano e la Chamber Orchestra of Europe

classica

Al Teatro Comunale di Bolzano si apre la stagione lirica della Fondazione Haydn con il dittico Pierrot Lunaire e Gianni Schicchi

classica

Successo a Reggio Emilia per l’inaugurazione della stagione concertistica con le sinfonie "Italiana" di Mendelssohn e "Quinta" di Beethoven