L'Olimpiade di Galuppi: tra passione e contemplazione

Nel trecentenario della nascita di Baldassare Galuppi,il Teatro La Fenice ha reso omaggio al compositore veneziano con la prima esecuzione in tempi moderni de L'Olimpiade,opera seria in tre atti su libretto di Pietro Metastasio.Un allestimento giocato sul contrasto tra passione e contemplazione che restituisce l'intensità delle situazioni metastasiane, colte con raffinata capacità di introspezione psicologica da Galuppi.

Recensione
classica
Teatro Malibran Venezia
Baldassarre Galuppi
13 Ottobre 2006
Passione e contemplazione:in questo binomio pare condensarsi l'essenza de l'Olimpiade riproposta da Andrea Marcon,alla guida della Orchestra Barocca di Venezia e di un eccezionale cast di cantanti.Il ritmo scenico introspettivo dilata la concentrazione espressiva esaltando l'intarsio psicologico dei protagonisti,di cui viene posto in luce il già kantiano conflitto tra rigida osservanza dei valori morali e irresistibilità degli impulsi sensibili.Un sottile senso di morte e desiderio autosoppressivo incombono sull'opera, giocata specularmente sull'incrocio delle coppie di amanti e amici che si intrecciano nella suggestiva scatola scenica ideata da Francesco Zito, la stessa utilizzata dalla Fenice per l'allestimento de L'Olimpiade di Cimarosa nel 2001.Brillano in particolare le vocalità di Romina Basso,che dà volto emozionante alla figura generosa di Megacle,e quella di Franziska Gottwald,che interpreta con drammaticità il ruolo di Licida,l'antieroe potenziale parricida,ideato da Metastasio traendo ispirazione dal mito edipico.Marck Tucker tratteggia con regale nobiltà il personaggio di Clistene mentre Ruth Rosique scolpisce un'Aristea vibrante di accesi contrasti.Alla tenera morbidezza che avvolge l'Argene di Roberta Invernizzi,fanno eco la dolcezza suadente di Alcandro, affidato a Furio Zanasi,e l'intensità di Aminta, un focoso Filippo Adami.La musica di Galuppi,riletta con pregnanza da Andrea Marcon, penetra finemente nei meandri metastasiani,restituendone la sorprendente modernità attraverso una scrittura vocale e orchestrale dalla sapiente efficacia drammatica, densa di virtuosismi e pregevoli intuizioni timbriche.Essenziale la regia di Dominique Poulange, tesa a valorizzare il dinamismo emotivo innescato dalle diverse polarità caratteriali.Caldo successo.

Note: Prima rappresentazione in tempi moderni.Edizione a cura di Carlo Steno Rossi e Franco Rossi; revisione a cura di Andrea Marcon e Claire Genewein.Rappresentazione svoltasi al Teatro Malibran.

Interpreti: Mark Tucker, Ruth Rosique, Roberta Invernizzi, Romina Basso, Franziska Gottwald, Furio Zanasi, Filippo Adami

Regia: Dominique Poulange

Scene: Francesco Zito

Costumi: Francesco Zito

Orchestra: Orchestra Barocca di Venezia

Direttore: Andrea MArcon

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