L'Olandese viaggiante

Brillante esecuzione musicale di Oleg Caetani con tentativo di "regia innovativa" di Ulderico Manani

Recensione
classica
Teatro dell'Opera Roma
Richard Wagner
19 Novembre 2004
Sono tutti in viaggio: Holländer, Daland, Steurmann e le ciurme, ma anche Senta, Mary, Erik e le Mädchen filatrici, tutti nel ventre di una nave pieno straripante di valige –sembrano quelle di "Marie Victoire" che ha aperto la stagione a Roma. Ma il viaggio è metafora passepartout, in assenza di ulteriori sviluppi registici appare semplicista e sempliciotta con esiti incongrui: il coro ai lati del palcoscenico, sulla scena una serie di mimi che si agitano senza costrutto, inutilmente enfatica la recitazione dei protagonisti, mentre sopra di loro, quando non è in scena, appare dietro un velatino la silhouette di Holländer, così spesso e illogicamente da sembrare reminiscenza grottesca di Belfagor. Come dar torto al pubblico che riserva al regista una poderosa contestazione? Manani è l'ennesimo scenografo frettolosamente promosso alla regia nella stagione dell'Opera di Roma, con esiti talmente scarsi da far addirittura preferire l'opera in forma di concerto. Infatti Oleg Caetani ha dato ottima prova fin dal Preludio, impeccabile, per poi condurre in porto un "Fliegende Holländer" con tempi lesti ma non frettolosi, a forza di nuances ritmiche e cesello nella concertazione. Con qualche incertezza nei fiati e un certo disordine nella scena che apre il terzo atto, orchestra e coro hanno seguito bene, al pari dei cantanti, il suo gesto elegante. Nel crepuscolo dorato di una grande carriera, lo "Holländer" di Grundheber è patetico e dolente; a causa forse dell'incongrua regia è meno nitido il personaggio di Senta di Ronge, ma la sua prova vocale è di rilievo. Solido e tradizionale Kristinsson come Daland, Schneider della parte dello Steurmann fa un brillante cammeo. Appena sufficiente Olsen in Erik che sembrava un commesso viaggiatore, anche peggio Oesch in una Mary trasformata in segretaria.

Note: Nuovo allestimento

Interpreti: Olandese: Franz Grundheber / Johannes von Duisburg, Erik:Keith Olsen / Wolfgang Millgramm, Senta: Elisabeth Meyer-Topsoe / Gabriele Maria Ronge, Daland : Bjarni Kristinsson, Steuermann: Jörg Schneider, Mary: Julia Oesch

Regia: Ulderico Manani

Scene: Ulderico Manani

Costumi: Ulderico Manani

Orchestra: ORCHESTRA DEL TEATRO DELL'OPERA

Direttore: Oleg Caetani

Coro: CORO DEL TEATRO DELL'OPERA

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Bologna: il nuovo allestimento operistico dell’Orchestra Senzaspine ha debuttato al Teatro Duse

classica

Successo per Beethoven trascritto da Liszt al Lucca Classica Music Festival

classica

Non una sorta di bambino prodigio ma un direttore d’orchestra già maturo, che sa quello che vuole e come ottenerlo