L’innata immediatezza di Lage

Al Festival Aperto di Reggio Emilia per Julian Lage applausi anche in duo

Julian Lage e Jorge Roeder
Julian Lage e Jorge Roeder
Recensione
jazz
Reggio Emilia, Teatro Ariosto
Festival Aperto – Julian Lage
22 Ottobre 2022

Annunciato con il suo trio ma salito sul palcoscenico del Teatro Ariosto di Reggio Emilia affiancato dal solo contrabbasso di Jorge Roeder a causa di un’indisposizione del batterista Eric Doob, Julian Lage è riuscito comunque a coinvolgere il pubblico presente anche nella più essenziale dimensione del duo.

Un clima più intimo quindi, quello che ha caratterizzato questa tappa del Festival Aperto, ma comunque musicalmente denso grazie a una cifra espressiva che, generata dalla chitarra dell’artista statunitense, si è diffusa brano dopo brano attraverso i dialoghi intessuti con lo stesso Roeder.

Un’affinità, quella emersa dagli scambi dei due musicisti, che ha permesso al talento strumentale di Lage di dilagare attraverso quella immediatezza strumentale che gli permette di tratteggiare disegni melodico-armonici brillanti e coinvolgenti, innervati di quella fresca spontaneità che ne restituisce forse una delle caratteristiche più evidenti.

Un dato che porta con sé anche lo sguardo trasversale che questo musicista offre con la sua musica, nutrita di rimandi i più differenti e in grado di emergere, brano dopo brano, attraverso accenni più blues così come scarti dinamici maggiormente affilati e rock, fino ad arrivare a morbidezze più popular, il tutto distribuito su un terreno uniformemente segnato da spunti improvvisativi tipicamente jazz.

Un impasto miscelato in maniera personale da un lato attraverso un virtuosismo strumentale capace di emergere dalla chitarra di Lage con istintiva scioltezza, e dall’altro da quell’immediatezza che anche in questa occasione si è confermata come uno degli elementi caratterizzanti del talento innato di questo musicista.

Un percorso, quello offerto in occasione di questa serata, che ha evocato le atmosfere affini a brani come “Tributary” o “Echo”, titoli tratti dal recente album View with a Room, uscito lo scorso mese di settembre per l’etichetta Blue Note, così come composizioni di un passato più o meno recente, il tutto restituito con bella affinità grazie agli scambi con il contrabbasso di Roeder, quest’ultimo capace di emergere soprattutto nei momenti dove lo sfondo più jazzistico affiorava in maniera maggiormente evidente e stagliata.

Un concerto palesemente coinvolgente, dunque, la cui piacevolezza a tratti decisamente immediata ha trascinato il pubblico presente, che ha salutato a più riprese i due artisti con calorosi e ripetuti applausi.

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