L’immutata fortuna di Fortunio 

L’Opéra Comique di Parigi riporta in scena con grande successo la commedia lirica di André Messager tratta da Alfred de Musset 

Fortunio (Foto Stefan Brion)
Fortunio (Foto Stefan Brion)
Recensione
classica
Parigi, Opéra Comique
Fortunio 
12 Dicembre 2019 - 22 Dicembre 2019

Nella storia dell’opera Fortunio forse non dice molto. Dice moltissimo invece nella storia dell’Opéra Comique, dove questa piacevole commedia lirica in quattro agili atti è stata creata nel 1907, dunque durante gli anni d’oro della direzione di Albert Carré. Carré, che firmerà la regia della produzione scenica, affidò la composizione della musica al direttore musicale del suo teatro, André Messager, già direttore d’orchestra di creazioni memorabili come il Pelléas di Claude Debussy e la Louise di Gustave Charpentier. Fonte del bel libretto di Gaston-Arman de Caillavet e Robert de Flers è la commedia di successo, benché un po’ travagliato, Le chandelier di Alfred de Musset, pubblicata nel 1835 e rappresentata per la prima volta nel 1848 al Théâtre Historique con scarso successo e portata al trionfo un paio di anni dopo con l’allestimento della Comédie-Française. A prima vista si direbbe una commedia poiché si racconta della solita coppia con un lui anziano, il notaio André, e lei, Jacqueline, giovane donna dai costumi piuttosto liberali. Appena arrivato in paese, l’esuberante ufficiale Clavaroche diventa l’amante della donna e, per sviare i sospetti del marito, le suggerisce di trovare un “chandelier”, ossia un “reggimoccolo”, che sarà il giovane praticante Fortunio. Questi naturalmente ama follemente Jacqueline ma si presta al gioco pur essendo all’oscuro della liaison. Quando inavvertitamente i due amanti si rivelano all’ingenuo Fortunio, questi piomba nella disperazione e si dichiara appassionatamente alla donna. A sorpresa, Jacqueline gli dichiara anche di amarlo, lasciando l’amante militare (e il marito) con un palmo di naso. 

Con quel suo riuscito equilibrio fra frivolezza molto francese e (quasi) tragedia sentimentale, Fortunio fu un successo come dicono le 77 rappresentazioni fra l’anno della sua creazione e il 1948, quando l’opera scompare dai programmi dell’Opéra Comique. Nel 2009 Fortunioriappare sulla scena dell’Opéra Comique in un allestimento con la regia molto curata soprattutto nella direzione attoriale di Denis Podalydès, attore della Comédie-Française e di cinema alla sua prima regia lirica, le scene di funzionale essenzialità di Eric Ruf e i fantasiosi costumi di gusto deliziosamente rétro di Christian Lacroix. A distanza di 10 anni lo stesso fortunato spettacolo torna in scena come ultimo titolo della stagione del teatro parigino con molti degli interpreti di allora e qualche significativa sostituzione. 

Torna il direttore Louis Langrée che anche con l’Orchestre des Champs-Elysées, che ha preso il posto dell’Orchestre de Paris, ricrea il gusto accattivante di Messager nella misura con cui riesce a dosare le proporzioni auree di commedia e tragedia con mano felice e soprattutto leggera. In gran parte rinnovata è l’ottima compagnia di canto, perfettamente calata nello spirito di questo Fortunio. Nuovi sono i due bravissimi protagonisti, il tenore Cyrille Dubois, che disegna il timido Fortunio soprattutto nel segno di un’impeccabile vocalità e eleganza di fraseggio, e il soprano Anne-Catherine Gillet, che infonde alla finta innocente Jacqueline una gamma espressiva che va dal comico al sentimentale con scoppiettante vivacità. Il vecchio notaio lo interpreta con gusto e divertimento Franck Leguérinel, mentre come focoso “tomber de femmes” in divisa Clavaroche torna Jean-Sébastien Bou con la tronfia esuberanza del donizettiano Belcore di cui si direbbe il fratello d’oltralpe. Philippe-Nicolas Martincome Landry si fa notare fra gli altri interpreti, tutti inappuntabili, come inappuntabili sono gli agili interventi del piccolo coro les éléments

Sala esaurita per questa graditissima ripresa. Caloroso successo con numerose chiamate e applausi per tutti.  

 

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