Liegi: il cappello di paglia di Firenze
Grande successo per l’allestimento di Damiano Michieletto, con ottime voci e sul podio Leonardo Sini
19 novembre 2025 • 4 minuti di lettura
Opéra Royal de Wallonie-Liége
Il cappello di paglia di Firenze
16/11/2025 - 25/11/2025Dalla comicità raffinata, con una messa in scena elegante e funzionale, un cast vocale ottimo e a tenere le fila musicalmente della giornata vorticosa il giovane Leonardo Sini. Successo pieno in Belgio per la colta e divertentissima commedia, al limite dell’assurdo, di Nino Rota andata in scena per la prima volta nel 1955 al Teatro Massimo di Palermo con libretto scritto da Rota stesso in collaborazione con la madre, tratta dalla farsa francese del 1851 “Un chapeau de paille d'Italie” di Eugène Labiche e Marc-Michel. L'Opéra Royal de Wallonie-Liège ha ripreso la produzione creata l’anno scorso dal Teatro Carlo Felice di Genova affidata alla regia di Damiano Michieletto e al suo fedele staff di collaboratori, in primis lo scenografo Paolo Fantin e la costumista Silvia Aymonino. Uno spettacolo che è tra i migliori allestimenti di Michieletto e che si merita un posto accanto alle messe in scene di tale deliziosa farsa di Giorgio Strehler e Pier Luigi Pizzi. Su una piattaforma bianca inclinata e girevole sono posizionate solo delle pareti mobili e qualche oggetto d’arredo, sopratutto ci sono tante porte senza cui non potrebbe esserci il fondamentale gioco di entrate ed uscite dei personaggi che si nascondono e rincorrono creando una serie di equivoci e situazioni comiche. Siamo a Parigi, il giorno del matrimonio del giovane Fadinard il cui cavallo ha però, prima della cerimonia, mangiato il cappello di paglia di una dama mentre era con il suo amante e bisogna quindi trovare a tutti i costi un altro cappello identico per permettere alla donna di tornare a casa senza far insospettire il marito geloso. Una classica storia da vaudeville francese per dar vita a un’opera buffa moderna sorretta da una partitura zeppa di citazioni musicali com’era abitudine di Rota anche per le sue più celebri musiche da film per Federico Fellini e Francis Ford Coppola. Il personaggio di Fadinard è protagonista in scena dall’inizio alla fine, ed è interpretato benissimo dal giovane tenore russo Ruzil Gatin, dizione italiana perfetta, timbro morbido e acuti luminosi, molto musicale e dal canto ricco di sfumature, non si ferma un attimo nella sua ricerca del cappello, ma con il pensiero sempre all’amata Elena. Quest’ultima è interpretata con simpatica ironia dal soprano Maria Grazia Schiavo che apporta le sue belle colorature al personaggio della sposina che, malgrado le apparenze contrarie, non perde mai la fiducia nel suo innamorato, ma con qualche inevitabile momento di scoraggiamento. Al contrario del padre Nonancourt, che viene dalla provincia e soffre per le scarpe eleganti troppo strette, che continua invece a minacciare di rompere il matrimonio, ruolo affidato ad un maestro del genere, il baritono Pietro Spagnoli , che contribuisce in modo fondamentale con le sue battute al giusto ritmo con cui avanza l’intreccio. Altro personaggio buffo è Beaupertuis, il marito tradito, affidato ad un altro baritono italiano di talento, Marcello Rosiello. La moglie Anaide, ed il suo amante, il militare Emilio, sono interpretati da Elena Galitskaya e Rodion Pogossov, sopratutto il soprano francorusso si fa apprezzare per le sue crisi, con immancabile svenimento, che la colpiscono tutte le volte che fallisce un tentativo di trovare il cappello. Tour di Parigi e dintorni, con parenti al seguito, che porta Fadinard dalla modista, ben interpretata dal giovane soprano Elisa Verzier, e poi dalla baronessa di Champigny, ruolo affidato al mezzosoprano brasiliano Josy Santos, solo la pronuncia italiana un po’ da migliorare, per il resto bravissima nella parte. Tutto si risolverà grazie all’involontario apporto del vecchio zio sordo Vézinet, il tenore Didier Pieri, che ben caratterizza il personaggio, così come fanno anche il tenore Lorenzo Martelli nella parte di Felice, il cameriere di Fadinard, e il tenore macedone Blagoj Nacoski nel doppio ruolo di Achille di Rosalba, l’amichetto della contessa, e poi della guardia raffreddata sotto la pioggia. Gli invitati al matrimonio, e un plauso speciale va anche al coro dell'Opéra Royal de Wallonie-Liège, si forniscono quindi di poetici ombrelli, ma non si faranno mancare nemmeno un passaggio in prigione, infine comunque tutto andrà, com’è prevedibile, per il meglio. Una folle giornata, alla maniera delle nozze di Figaro di Mozart, compositore spesso richiamato in questa partitura di Rota, e una folto cast, che Lorenzo Sini tiene in pugno ben sapendo variare rapidamente le dinamiche e rendendo chiare le citazioni musicali che il maestro Rota si è divertito ad inserire.