Le petit Faust di Hervé nei giochi tv

Parigi: nuova produzione Palazzetto Bru-Zane

AT

16 dicembre 2025 • 4 minuti di lettura

Le petit Faust (Foto Marie Pétry)
Le petit Faust (Foto Marie Pétry)

Théâtre de l’Athénée, Parigi

Le petit Faust

13/12/2025 - 20/12/2025

Belle voci e lo spirito ironico e gioioso giusto che fanno rinascere l’opéra-bouffe di Hervé, con vocalizzi strampalati e tante risate. Se il Faust di Gounod continua ad essere una delle opere più rappresentate a livello mondiale, invece è caduta nell’oblio la parodia che pure tanto successo aveva avuto a suo tempo, scritta dieci anni dopo, nel 1869, da Hervé quando l’opera di Gounod è entrata nel repertorio dell’Opéra de Paris. Adesso il Palazzetto Bru Zane ne ha prodotto una nuova versione, attualizzata agli anni ‘80, che ha debuttato lo scorso 16 novembre all’Opéra de Tours, poi è passata a quella di Reims, per approdare infine con successo Parigi al Théâtre de l’Athénée.

Nell’operetta di Hervé, Marguerite è una ribelle che litiga con tutti ed è lei che seduce Faust, credendolo ricco, quindi per soldi e non per amore, l'anziano professor ringiovanito da Mefistofele. Nella nuova produzione affidata Sol Espèche, regista d’origine argentina che vive a Parigi, la parodia è stata proposta in un contesto più vicino a noi, quello dei primi giochi televisivi, e cosi nella classe del professor Faust le risposte si danno pressando dei grossi pulsanti rossi, come avveniva in Francia nel programma La Ruota della Fortuna, e sempre in uno studio televisivo, alla cieca, separati da un paravento, avviene pure l’incontro tra Marguerite e Faust come accadeva nella Giostra, il gioco dell'amore e della fortuna. Un’occasione quindi anche per riflettere sulla superficialità di tali programmi la cui leggerezza però distraeva efficacemente dai problemi più gravi e faceva sperare in un lieto fine sempre possibile. La storia ispirata a Goethe è qui quindi solo uno spunto per parlare d’altro e i dialoghi del brillante libretto d’Hector Crémieux et Adolphe Jaime sono stati interamente rivisti con riferimenti anche ai giorni nostri, anche nel campo dell’opera, come ad esempio il graffiante riferimento alla Bohème “nello spazio” . L’idea funziona, meno la sua realizzazione perché le scene di Oria Puppo sono un po’ povere e i costumi di Sabine Schlemmer nella prima parte dello spettacolo sono un po’ tristi nel riprodurre gli abiti comuni dell’epoca, ma poi, man mano che si abbandona il realismo, mostrano più ironia e inventiva e sono molto più interessanti e piacevoli a vedersi. Anche l’orchestra ed il direttore sono vestiti con abiti di tutti i giorni, Les Frivolités Parisiennes dirette da Sammy El Ghadab, quest’ultimo in particolare arriva in occhiali da sole. Ma, malgrado l’aspetto dilettantistico, l’esecuzione è molto professionale e godibile ed la scrittura musicale di Hervé, tra uno scherzo e una battuta, rivela tutta la sua maestria mescolando brani romantici, come l’ouverture, a melodie orecchiabili e valzer leggiadri. Altro punto forte dello spettacolo sono gli interpreti, tutti bravi, a cominciare dal mezzosoprano di spiccata personalità Mathilde Ortscheidt come Méphisto, il diavolo in gonnella, idea vincente di questa produzione, e dal soprano Anaïs Merlin dalla voce ben proiettata e acuti potenti, che è una scatenata Marguerite che prende tutti a schiaffi, se ne parte per l’Inghilterra ed i suoi boys cantano Satisfaction, e alla fine si dichiara colpevole. Faust è affidato al tenore Charles Mesrine, bravissimo ad emettere strampalati vocalizzi alla fine della sua esilarante lezioni d’anatomia, mentre Valentin è interpretato dal baritono Igor Bouin e la sua canzone militare è tra le più riuscite, divertentissimo poi il confronto tra Faust e Valentin qui trasformato in uno scontro di lotta wrestling in costumini a righe attillati e maschera sul viso. Un personaggio nuovo è invece Patrick Lepion, il conduttore della diretta televisiva, che accoglie il pubblico mentre la sala si sta riempiendo e indica quando applaudire, ridere o esprimere disapprovazione buando, ma anche chiama la pubblicità quando le battute si fanno troppo scabrose, ruolo affidato a Maxime Le Gall. Semplici ma efficaci le coreografie di piccoli passi e gesti, che coinvolgono tutti gli artisti in scena, di Aurélie Mouilhade et Karine Girard. Le scene consistono soltanto in alcune pedane a gradoni che possono stare separate o riunite a formare un semicerchio e che vanno bene sia per farvi sedere gli studenti della classe di Faust che per collocarvi il pubblico dei giochi televisivi, anche per l’ambiente da locale notturno parigino tutto scintillante degli “Champs Déguisés” dove regna Méphisto che, infine, si trasforma in maestra di aerobica, altra mania della fine del secolo, l’ultima frecciatina ironica, e questa è la punizione per tutti, fare ginnastica. Lo spettacolo è in crescendo, l’energia giocosa e coinvolgente dell’intreccio pervade la sala che si riempie sempre più di risate ed applausi veri, non a comando.