Le peripezie eroicomiche di gatti elettronici

"Gattomachia" di Roberta Vacca, opera di teatro musicale elettronico per ragazzi, è andata in scena a L'Aquila, quale esito della commissione-premio dell'ultimo Concorso di composizione "Quarant'anni nel 2000": tratta liberamente dall'omonimo poema eroicomico di Lope de Vega, la partitura ha dimostrato un lavorìo accurato nella fusione reciproca degli eventi sonori (dal vivo e sul nostro) e nel filtraggio attraverso un prisma di lettura "gattesco", ma non eccessivamente descrittivo-imitativo. Ottimi gli interpreti musicali ed elettronici, ed encomiabile il lavoro registico - anche sui ragazzi - della regista Francesca Angeli.

Recensione
classica
Festival Corpi del Suono L'Aquila
Roberta Vacca
13 Dicembre 2002
Con "Gattomachia" di Roberta Vacca approda sulle scene uno dei progetti che si sono aggiudicati l'ultimo Premio di Composizione Elettronica "Quaranta'anni nel 2000", indetto dal Cemat intorno all'intrigante genere del teatro per ragazzi: lo fa a L'Aquila, poiché lo studio di produzione coinvolto è quello dell'aquilano Istituto GRAMMA, un organismo che lavora da anni nel campo della ricerca e produzione di musica elettroacustica. La scelta della compositrice, allieva di D'Amico e Corghi, premiata ultimamenti in numerosi prestigiosi concorsi (uno le ha fruttato l'esecuzione di "Eya" per coro e orchestra nella stagione dell'Accademia di S. Cecilia), è caduta, quanto al testo, su un poema eroicomico che Lope de Vega scrisse per il proprio figlioletto: nella sua "Gattomachia" si narra, in maniera molto ludica, delle vicende di disillusione amorosa di Marramaquiz, gatto estroverso e valoroso, innamorato della bellissima Zapachilda, che in un primo tempo lo ricambia, ma poi lo abbindola mettendosi e sposandosi infine col brillante Micifuf... nulla di nuovo, insomma, anche nel mondo dei gatti, rispetto a quello degli uomini. La selezione testuale di Roberta Vacca mantiene gli snodi della vicenda, ma ne divarica progressivamente la conclusione rispetto all'originale: Marramaquiz, durante il duello con Micifuf tra bande di gatti in cucina (tutta l'opera si svolge idealmente negli habitat preferiti dai gatti, la strada e la cucina), viene accoppato per errore da una padellata del cuoco, e questo, invece che costernazione, suscità la felicità di Zapachilda; questa però non la smette di flirtare liberamente, e viene perciò a sua volta accoppata da Micifuf. Sul palcoscenico operano, da personaggi principali, una vocalist (Anna Clementi, Zapachilda) e un attore (Bruno Zeni, i due mici maschi), ma anche un gruppo di bambini è coinvolto nella rappresentazione, così come i due strumentisti, il percussionista Alessandro Tomassetti e la flautista Birgit Nolte: tutti in costumi (sono di Paola Campanini) da gatto, agiscono solo in parte sui loro strumenti tradizionali (toms, flauto), ma più spesso su oggetti reali, da cucina o da strada, diventati oggetti sonori e, nel contempo oggetti scenografici, in due stazioni-quinte poste ai lati del palco; un fondale con proiezioni (curate, come la regia, da Francesca Angeli), completa allusivamente il contesto scenico, che mira ad un'agibilità essenziale e quasi fumettistica più che a una proliferazione dei segni. La partitura elettronica predisposta non concede nulla, in termini di semplificazione, alla sua destinazione: è estremamente coesa, occulta abilmente gli scalini tra i piani del nastro magnetico e del live electronics, come quelli della scrittura strumentale e delle voci elaborate su nastro e in tempo reale. Verrebbe da definirla insomma un lavoro di "musica assoluta", ottimamente e raffinatamente costruita, anche nella sua articolazione strutturale (una serie di scene inframezzate da un ritornello-invocazione alla musa) e nell'elaborazione - per le parti più cantate - di materiali provenienti dal "Duetto buffo di due gatti" di Rossini. L'unitarietà e la coerenza di ambientazione sonora, una sorta di prisma gattesco (mai però troppo descrittivo-imitativo) attraverso il quale passano tutti gli eventi sonori, sono dunque il pregio, ma forse anche il limite del lavoro, che sembra voler essere perciò una "opera con bambini", piuttosto che "per bambini", visto il grado di penetrazione all'ascolto che richiede. Questo non significa che non vi scatti una drammaturgia, sia interna (del suono), sia nel rapporto con la scena: in questo senso, molto riuscita tutta la parte finale, con il duello che vede tutti i bambini coinvolti, in due schiere contrapposte, in un rito trascinante e quasi tribale, e con la sorpresa finale, spiazzante anche nello sguarnirsi della densità sonora. Considerata appunto l'agibilità e i tempi fulminei della messa in opera, encomiabile il lavoro scenico sui bambini (erano quelli della V A della Scuola elementare "De Amicis" di L'Aquila, preparati da Mauro Di Carlo) e sui movimenti in generale della regista, che ha curato pure un vestibolo introduttivo ("Gatti da suonare") allo spettacolo complessivo (intitolato "Gatosfera"), con suoi - molto divertenti - testi e ambiente sonoro - dinamico e in tono - di Cristina De Amicis e Michelangelo Lupone. Ottima anche la parte elettronica, e il controllo sui gesti sonori dei performer, strumentali ed elettronici (Pablo Montagne al live electronics e Carlo Volpe alla regia del suono, più Allegra Amici agli effetti speciali e Corrado Rea come light designer).

Note: Produzione elettronica: Istituto Gramma - L'Aquila. Prodotto da: Istituto GRAMMA - Federazione CEMAT - L'Uovo/ Teatro Stabile di innovazione

Interpreti: Anna Clementi, soprano; Bruno Zeni, attore; Birgit Nolte, flauto; Alessandro Tomassetti, percussioni: Gli allievi della classe V A della Scuola Elementare "E. De Amicis" dell'Aquila, coordinati da Mauro Di Carlo

Regia: Regia ed inserti video: Francesca Angeli; Assistente alla regia: Vanessa Gasbarri

Scene: Effetti speciali: Allegra Amici; Live electronics: Pablo Montagne; Light design: Corrado Rea ; Datore luci: Dino Iovannetti

Costumi: Costumi, disegni e pupazzi: Paola Campanini

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