Le età di Emilia Marty

A Firenze L’affare Makropulos con Angela Denoke grande protagonista.

ET

26 ottobre 2011 • 2 minuti di lettura

Maggio Musicale Fiorentino Firenze

Leos Janacek

25/10/2011 - 25/10/2011

Circondata da un cast molto sicuro ed efficace, in cui vogliamo ricordare almeno Miro Dvorsky (Albert Gregor), Andrzej Dobber (Jeroslav Prus), Rolf Haunstein (Kolenaty) e Jan Vacik (Vitek), è però giustamente e inevitabilmente Elina Makropulos alias Emilia Marty, cioè Angela Denoke, a dominare quest’edizione fiorentina dell’Affare Makropulos di Leos Janacek, per la padronanza del ruolo, già cantato quest’estate a Salisburgo, in cui le basta il vacillare sugli alti tacchi da diva per definire la faticosa prigionia di un’anima vecchia e sazia in un corpo eternamente giovane grazie all’antica malia che è al centro di questo “affare”. La sua presenza e la sua intensità nello struggente finale risolvono lo spettacolo, dalla messinscena sobria ed elegante ma senza grandi sorprese firmata da William Friedkin (regia) e Michael Curry (scene). A quest’ultimo dobbiamo la bella invenzione, ad accompagnare il preludio, dei paesaggi fotografici che illustrano il trascorrere di Elina-Emilia nel tempo, fra dimore e parchi antichi e architetture metropolitane novecentesche. I bozzetti superstiti e non realizzati fanno ipotizzare che si sia andati al risparmio anche per questa che doveva essere per il Teatro del Maggio la produzione di punta del 2011, e questo difficilissimo momento del teatro fiorentino si riverbera un po’ su tutto. Zubin Mehta, al debutto nel teatro di Janacek, ci è sembrato meno sicuro del solito nel trovare la chiave di quel gioco sottile di figure guizzanti e di affilature timbriche così tipico dell’ultimo Janacek. Da cui, alla prima, qualche sfocatura, ma come di consueto l’orchestra lo ha assecondato assai generosamente. Successo comunque molto buono e tre repliche fino al 2 novembre.