Le avvincenti suggestioni viennesi del Klangforum Wien

Applausi per la formazione che ha aperto la ventinovesima edizione della rassegna Traiettorie di Parma

Klangforum Wien
Klangforum Wien
Recensione
classica
Parma, Teatro Farnese
Klangforum Wien
27 Settembre 2019

La cifra che ci affascina ad ogni ascolto del Klangforum Wien è la precisione strumentale, al tempo stesso pulita ed intensamente espressiva, che emerge da ogni lettura, a prescindere dalla pagina posta sul leggio di questi musicisti. Un dato che è stato confermato anche in occasione del concerto che ha inaugurato la ventinovesima edizione della rassegna di musica moderna e contemporanea Traiettorie, nella sempre suggestiva cornice del teatro Farnese di Parma.

Presenza negli anni ormai consolidata nell’ambito della manifestazione parmigiana, in questa occasione la formazione qui guidata dall’ottimo Sylvain Cambreling ha proposto un tragitto attorno alle diverse anime legate, direttamente o indirettamente, al panorama dell’avanguardia viennese, una sorta di viaggio circolare aperto e chiuso dalle riletture che Arnold Schönberg ha fatto nel 1921 di due pagine di Johann Strauss: Lagunen-Walzer op. 411 e Rosen aus dem Süden op. 388. In verità il capostipite della Seconda Scuola di Vienna ha elaborato degli arrangiamenti per armonium, pianoforte e quartetto d’archi che hanno preservato l’eleganza tardo ottocentesca delle partiture straussiane, proponendo interessanti giuochi timbrici nella cui cornice gli scarti stilistici emersi dal confronto con gli altri brani che completavano il programma hanno valorizzato l’impaginato della serata.

È il caso, per esempio, della Symphonie, op. 21 di Anton Webern, un “classico” qui restituito attraverso una sapiente lettura capace di valorizzate gli intrecci del canone doppio che avvia la prima parte della composizione (Ruhig schreitend) così come le variazioni che caratterizzano il secondo movimento (Variationen Sehr ruhig).

Preceduta da Crisantemi, elegante elegia per quartetto d’archi di Puccini, la prima esecuzione italiana di The lost horizon per tromba ed ensemble di Martino Traversa ha chiuso la prima parte della serata con la sua suggestiva cifra strumentale, scaturita da una scrittura che il compositore – nonché direttore artistico della rassegna – ha indirizzato in questa pagina verso un ordito denso, nutrito di scarti dinamico-espressivi la cui efficacia emergeva proprio nei contrasti timbrici, attraversati dal raffinato tratteggio della tromba di Anders Nyqvist, bravissimo nell’assecondare il ventaglio espressivo riservato al suo ruolo solista.

La seconda parte del concerto ha poi proposto l’elegante D’après, brano per flauto, clarinetto, violino, viola, violoncello, pianoforte e percussioni di Clara Iannotta, seguito dalla prima italiana di ...aus freier Lust… verbunden… di Georg Friedrich Haas, forse la composizione meno convincente del programma per l’impressione di amalgama poco equilibrato tra le linee strumentali impiegate (in particolare per l’uso virtuosistico ma un poco a sé stante delle percussioni).

Ultimo brano prima del ritorno al clima straussiano della chiusura, l’Adagio nella versione per clarinetto, violino e pianoforte che Alban Berg ha ideato dal suo Kammerkonzert, restituito dall’ensemble del Klangforum Wien attraverso un efficacia che ne ha reso una delle esecuzioni migliori della serata, salutata come gli altri brani dai convinti applausi di un pubblico numeroso e attento, indice del bel successo che ha contrassegnato questo appuntamento inaugurale.

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