La Salome di Nadia Michael

Nadia Michael incanta la Scala nella Salome diretta da da Daniel Harding

Recensione
classica
Teatro alla Scala Milano
Richard Strauss
06 Marzo 2007
Vera trionfatrice della serata è stata Nadia Michael, una Salome davvero fuori dal comune: voce d'acciaio, in grado di affrontare senza affanni il temibile finale; grande presenza scenica; corpo flessibile e atletico che le ha consentito di accollarsi anche la parte danzata. La coreografia, affidata a Lucinda Childs, l'ha fatta provocatoriamente giocare con veli di colori diversi, con qualche gesto straniante di troppo (eccessivo quello che simboleggia il taglio della testa) e poco adatto alla carica erotica da rappresentare. L'altro protagonista è stato Daniel Harding sul podio; molto atteso all'exploit straussiano, ha diretto correttamente, ma chi si aspettava fuochi d'artificio è rimasto forse deluso. Harding è apparso a suo agio nel controllare le esplosioni sonore, mentre è risultato più anonimo nei momenti che richiedono maggiore leggerezza e cura analitica (riuscitissimo a ogni modo il sinistro passaggio della decapitazione); comunque sempre assecondato da un'orchestra che ha dato ottima prova. Buono tutto il cast, Jochanaan compreso (l'autorevole Falk Struckmann), il che ha contribuito all'alto livello dello spettacolo, tra i migliori della stagione scaligera. Le scene di Erich Wonder e la regia di Luc Bondy (che dopo Idomeneo tornava a collaborare con Harding) sono risultate rispettosissime del testo. Colori grigi e violacei, lesene corinzie appena accennate, oppressivi muri neri da bunker. C'è soltanto una piccola forzatura di stampo espressionistico-grottesco della coppia Herodes (Peter Bronder) e Herodias (Iris Vermillon), quest'ultima con una assurda parrucca da regina cattiva della fiabe, che rischia di sconfinare nella parodia. Ma l'insieme risulta elegante e tutto fila via senza problemi, in una cupa atmosfera familiare. Non c'è la corte del Tetrarca, con lussi orientalisti, ma un interno borghese dove esplodono le nevrosi a tre. Non a caso Bondy rende esplicito omaggio a Oscar Wilde facendolo comparire in scena (nei panni di uno dei soldati), quasi fosse lì di passaggio a raccogliere materiale per la sua Salome.

Note: Nuovo allestimento. Produzione del Festival di Salisburgo

Interpreti: Herodes: Peter Bronder / Robert Brubaker; Herodias: Iris Vermillon; Salome: Nadja Michael / Nancy Gustafson; Jochanaan: Falk Struckmann / Mark S. Doss; Narraboth: Matthias Klink

Regia: LUC BONDY

Scene: ERICH WONDER; Luci ALEXANDER KOPPELMANN

Costumi: SUSANNE RASCHIG

Coreografo: LUCINDA CHILDS

Direttore: DANIEL HARDING

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