La Salome di Nadia Michael
Nadia Michael incanta la Scala nella Salome diretta da da Daniel Harding
Recensione
classica
Vera trionfatrice della serata è stata Nadia Michael, una Salome davvero fuori dal comune: voce d'acciaio, in grado di affrontare senza affanni il temibile finale; grande presenza scenica; corpo flessibile e atletico che le ha consentito di accollarsi anche la parte danzata. La coreografia, affidata a Lucinda Childs, l'ha fatta provocatoriamente giocare con veli di colori diversi, con qualche gesto straniante di troppo (eccessivo quello che simboleggia il taglio della testa) e poco adatto alla carica erotica da rappresentare. L'altro protagonista è stato Daniel Harding sul podio; molto atteso all'exploit straussiano, ha diretto correttamente, ma chi si aspettava fuochi d'artificio è rimasto forse deluso. Harding è apparso a suo agio nel controllare le esplosioni sonore, mentre è risultato più anonimo nei momenti che richiedono maggiore leggerezza e cura analitica (riuscitissimo a ogni modo il sinistro passaggio della decapitazione); comunque sempre assecondato da un'orchestra che ha dato ottima prova. Buono tutto il cast, Jochanaan compreso (l'autorevole Falk Struckmann), il che ha contribuito all'alto livello dello spettacolo, tra i migliori della stagione scaligera.
Le scene di Erich Wonder e la regia di Luc Bondy (che dopo Idomeneo tornava a collaborare con Harding) sono risultate rispettosissime del testo. Colori grigi e violacei, lesene corinzie appena accennate, oppressivi muri neri da bunker. C'è soltanto una piccola forzatura di stampo espressionistico-grottesco della coppia Herodes (Peter Bronder) e Herodias (Iris Vermillon), quest'ultima con una assurda parrucca da regina cattiva della fiabe, che rischia di sconfinare nella parodia. Ma l'insieme risulta elegante e tutto fila via senza problemi, in una cupa atmosfera familiare. Non c'è la corte del Tetrarca, con lussi orientalisti, ma un interno borghese dove esplodono le nevrosi a tre. Non a caso Bondy rende esplicito omaggio a Oscar Wilde facendolo comparire in scena (nei panni di uno dei soldati), quasi fosse lì di passaggio a raccogliere materiale per la sua Salome.
Note: Nuovo allestimento. Produzione del Festival di Salisburgo
Interpreti: Herodes: Peter Bronder / Robert Brubaker; Herodias: Iris Vermillon; Salome: Nadja Michael / Nancy Gustafson; Jochanaan: Falk Struckmann / Mark S. Doss; Narraboth: Matthias Klink
Regia: LUC BONDY
Scene: ERICH WONDER; Luci ALEXANDER KOPPELMANN
Costumi: SUSANNE RASCHIG
Coreografo: LUCINDA CHILDS
Direttore: DANIEL HARDING
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