La famiglia del suono primitivo

Gli Akron/Family e la loro vigorosa psichedelia folk.

DB

05 giugno 2009 • 2 minuti di lettura

Foto di Daniele Bergesio
Foto di Daniele Bergesio

Spazio 211 Torino

Semplificando, chi compone musica a tutti i livelli segue due stilemi: dare risalto alla costruzione dei brani e alla sequenza delle note, o dilatare le strutture fino a farle sparire in nome della radice stessa della musica - il Suono. Gli americanissimi Akron/Family - trio di base a New York ma originario della Pennsylvania - partono da una forte base folk, soprattutto nelle intelaiature armoniche vocali, per approdare di volta in volta a universi sonori differenti con in comune il gusto per il suono, per la sua grana, per la risultante delle sue somme e sottrazioni, per lo sfruttamento al massimo della propria strumentazione. Un power trio, sostanzialmente, formato da Dana Janssen, Seth Olinsky e Miles Seaton: look decisamente d'altri tempi, batteria minimale nella composizione, due amplificatori per la semiacustica di Olinsky e un campionatore utilizzato a momenti alterni sono gli ingredienti per rendere dal vivo il nuovo "Set 'Em Wild, Set 'Em Free". Allo Spazio 211 i tre giocano con suono e rumore, citando nel loro indefinito e ribollente flusso sonoro sessant'anni di storia della musica americana in un misto vibrante di minimalismo e possenza. Quando si avvicinano ai microfoni ne escono armonie folk degne dei Fleet Foxes, ma meno pompose; quando cavalcano schitarrate psichedeliche avvolgenti staccano improvvisamente verso nuove sezioni con una precisione chirurgica alla Wilco, ma meno eleganti, più sinceri. Quando approfittano di percussioni roboanti lasciando i propri strumenti, costruiscono lunghe sezioni poliritmiche che tirano in ballo altri mondi, dal dub all'Africa senza soluzione di continuità. E il bis onirico e dilatato in cui le cellule melodiche chitarristiche evocano un Jerry Garcia innamorato del proprio suono lascia il pubblico senza fiato.