Ko dell'amore sul ring della vita

Ribadendo la sua attenzione verso la produzione contemporanea, il Comunale di Modena ha aperto la presente stagione con la prima nazionale di "Love Counts", ultima fatica teatrale di Michael Nyman. Nel complesso l'opera appare un discreto lavoro, senza particolare pregnanza drammaturgica, ma piacevole all'ascolto. Bravi i cantanti, imprecisa la Michael Nyman Band. Non numeroso il pubblico in sala, ma generoso di applausi.

Recensione
classica
Teatro Comunale Modena
04 Novembre 2006
Ribadendo la sua attenzione verso la produzione contemporanea, il Comunale di Modena ha aperto la presente stagione con la prima nazionale di "Love Counts", ultima fatica teatrale di Michael Nyman. Questo lavoro, andato in scena nella produzione dell'Almeida Theatre, ripropone l'interesse del compositore inglese per le storie legate al vissuto quotidiano, portate in scena attraverso una sorta di meccanismo universalizzante. Dopo "Facing Goya" e "Man and Boy: Dada", questa terza opera - ispirata ai ricordi del librettista Michael Hastings - racconta dell'incontro tra un pugile ormai stordito (Patsy) e un'insegnante di matematica (Avril), a sua volta segnata da una storia d'amore violento. Su una scena essenziale incorniciata dalle corde di un ring, l'uomo prende a pugni i suoi fantasmi incarnati dalle foglie di un albero, mentre Avril viene incuriosita dallo strano personaggio: la donna aiuta Patsy a mettere ordine nella sua mente confusa attraverso i numeri che, come simboli ideali, si illuminano sospesi sulla scena, mentre il pugile mostra ad Avril il lato tenero di un uomo. Il loro codice - i numeri, appunto - si amplifica e scandisce anche l'amore, fino a quando il pugile ritorna a combattere e cade. Avril lo accudisce, ritornando a insegnargli a far di conto. Helen Williams e Andrew Slater interpretano i due personaggi con convinzione e buona resa vocale, su una musica che mischia momenti ironicamente pop (scena del bancomat) e caratteri tipicamente nymaniani, segnati dal timbro di una Michael Nyman Band non troppo precisa nell'intonazione diretta da Paul McGrath. Nel complesso l'opera appare un discreto lavoro, senza particolare pregnanza drammaturgica, ma piacevole all'ascolto. Non numeroso il pubblico in sala, ma generoso di applausi.

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