John Eliot Gardiner, misteri gaudiosi

Nella cattedrale di Pisa per Bach e Biber

Recensione
classica
Festival Internazionale di Musica Sacra Anima Mundi Pisa
28 Settembre 2011
Se Bach costituisce uno dei pilastri della ricerca di Sir John Eliot Gardiner e dei complessi da lui fondati e diretti, al centro del doppio concerto (in due fasi, alle 18 e alle 21) per l’edizione 2011 del festival Anima Mundi, ieri nella Cattedrale di Pisa, c’era l’accostamento del Kantor - i mottetti - ad un compositore della generazione precedente come Heinrich Ignatz von Biber, con una selezione delle cosiddette Sonate del Rosario violinistiche, eseguita da un’eccellente, storica collaboratrice di Gardiner, il suo primo violino Kati Debretzeni, con David Miller (tiorba) e James Johnston (organo). Nella visione bachiana di Gardiner, luminosa e danzante e insieme profondamente interiorizzata, lo stylus antiquus bachiano dei mottetti, con il fiammeggiare delle linee contrappuntistiche e dei chiaroscuri del doppio coro, prendeva un risalto eccezionale nell’orientarsi dell’interpretazione come autentica ermeneutica della parola: indimenticabili, ad esempio, il misterioso e delicatissimo reticolo delle parti in “Ich habe dich bei deinem Namen gerufen” (“ti ho chiamato per nome”) nel mottetto Fuerche dich Nicht BWV 228, o il baldanzoso zampillare delle consonanti dalle otto sorgenti del doppio coro nel celeberrimo incipit del mottetto Singet dem Herrn ein neues Lied BWV 225. Se coi mottetti Bach “antichizza”, Biber, al contrario, provvede a ridestinare alla devozione cattolica dei misteri del rosario musiche francamente e meravigliosamente profane, arie, passacaglie e ciaccone, variazioni virtuosistiche, frutto perfetto della modernità di un Seicento maturo. Il contrasto non avrebbe potuto essere più vivo ma anche, alla fine, più funzionante. Gardiner e il suo Monteverdi Choir realmente in stato di grazia, successo straordinario.

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