Ipnotico onirico capolavoro
Reggio Emilia applaude Einstein on the Beach di Wilson e Glass, in Italia dopo 36 anni.
Recensione
classica
Sabato scorso è ritornato in Italia “Einstein on the beach”, il lavoro nato nel ’76 dalle visioni di tre giovani artisti (ora settantenni) che hanno unito sul palco le loro idee: quella di teatro di Bob Wilson, quella di musica di Philip Glass e quella di danza di Lucinda Childs. Tappa in una tournée che prosegue per Londra (in occasione delle Olimpiadi), questa produzione riprende l’allestimento originale, coinvolgendo le medesime compagini artistiche: la Lucinda Childs Dance Company e il Philip Glass Ensemble, diretto oggi come allora da Michael Riesman.
Opera non narrativa e non convenzionale per definizione – ma dall’impianto tutt'altro che spartano – questo è un lavoro sul tempo che impone una dilatazione rappresentativa che quasi immobilizza i quadri scenici. Wilson stempera la sostanza cinetica del teatro in un’articolata ritmica del gesto, attraversata da interventi coreografici in un controllatissimo tumulto di minimi accadimenti, quasi un incanto onirico che ipnotizza lo spettatore. A questo carattere che richiede un diverso approccio del pubblico – libero di entrare e uscire dalla sala durante le 4 ore e mezza di esecuzione ininterrotta – contribuisce la musica di Glass, costruita su complesse variazioni ritmiche, con ampi interventi corali basati sulla sillabazione inglese di numeri. Una funzione complessa che caratterizza anche timbricamente l’opera con fiati amplificati e organi elettrici, oltre al suono del violino che riveste un ruolo simbolico: Einstein stesso, che accompagna i movimenti sul palco seduto sul bordo del proscenio, quasi un novello Orfeo che incanta con ipnotiche melodie i propri alter-ego presenti sulla scena. Una riflessione sul tempo che parla del proprio tempo come solo i capolavori sanno fare, salutata dagli applausi del numeroso pubblico.
Regia: Robert Wilson
Scene: Robert Wilson
Costumi: Robert Wilson
Corpo di Ballo: Lucinda Childs Dance Company
Coreografo: Lucinda Childs
Orchestra: Philip Glass Ensemble
Direttore: Michael Riesman
Luci: Robert Wilson
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