Il sogno di Carmen e José

La messa in scena libera Carmen dal bric à brac folcloristico, dai colori sgargianti e dalla sensualità volgare e ne fa il ricordo onirico di una storia tragica, aspra e cruda. La realizzazione musicale unisce l'eleganza e la leggerezza dell'opéra-comique alla fatalità, alla passione e alla disperazione.

Recensione
classica
Teatro dell'Opera Roma
George Bizet
07 Dicembre 2006
La Spagna di Pier'Alli è un'incisione di Goya, dura e asciutta, senza folclore. Ma è anche un sogno opprimente o un ricordo angoscioso, come nella novella di Merimée, dove José, la notte prima di essere garrotato, narra al visitatore francese la sua storia. Ad apertura dell'opera i soldati cantano Sur la place, chacun passe immobili nella piazza vuota e immersa in una semioscurità: cantato a mezza voce sull'accompagnamento delicatissimo dell'orchestra questo coro rivela un tono di sospensione e di mistero, di sogno appunto. E alla fine tutto il bric à brac folcloristico della ressa davanti alla plaza de toros è trasformato in un turbinio allucinato di immagini realistiche in partenza ma rielaborate al computer e con ipnotici passaggi dall'esterno all'interno dell'arena: poi tutto scompare e José e Carmen si affrontano soli sul palcoscenico, al centro di un cerchio di luce. Anche i frequenti inserti coreografici non hanno nulla del flamenco ad uso turistico ma servono a dare un andamento musicale e non realistico all'azione. Rinat Shaham canta L'amour est enfant de Bohême con sensualità insinuante, senza la minima volgarità. Ma quel che chiede e offre è non tanto sesso quanto libertà da ogni regola: è così che porta alla rovina José. Marcello Giordani è innanzitutto una voce bella, vigorosa e duttile ma è anche un vero interprete, che esprime tutta la passione letale e la degradazione di José: i duetti con Carmen sono da brivido. Bene anche la Micaela di Amarilli Nizza, una donna non una bambina piagnucolosa, e l'Escamillo di Marco Chingari. La direzione di Alain Lombard è raffinata, con molti splendidi dettagli, ma severa, senza il minimo rubato e con un'orchestra non troppo grande. E l'orchestra, in gran forma, risponde magnificamente. Grande successo: meritatissimo.

Note: nuovo all.

Regia: Pier'Alli

Scene: Pier'Alli

Costumi: Pier'Alli

Direttore: Alain Lombard

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Non una sorta di bambino prodigio ma un direttore d’orchestra già maturo, che sa quello che vuole e come ottenerlo

classica

Nuova opera sul dramma dell’emigrazione

classica

Napoli: per il Maggio della Musica