Il ritorno di Sylvano

Silvano Sylvano è una prima assoluta e allo stesso tempo non lo è, perché di un work in progress non può darsi una prima assoluta. Ma anche perché i "fogli" musicali che lo costituiscono sono spesso frammenti di quanto Bussottti ha scritto in cinqunant'anni, che ricompaiono qui pressoché immutati o in nuova forma.

Recensione
classica
Accademia Nazionale di Santa Cecilia Roma
Sylvano Bussotti
04 Luglio 2007
Questa rappresentazione di Silvano Sylvano non è definita prima esecuzione assoluta, perché ciò significherebbe fissare il momento attuale della sua elaborazione e quindi contraddire la sua natura labile ed effimera di work in progress. Ma tutta l'opera di Bussotti - particolarmente quella destinata al teatro - è sempre stata un grande work in progress, in cui brani musicali del passato vengono ripresi quasi letteralmente o riappaiono in nuove versioni. Qui questo procedimento è portato al parossismo, perché Silvano Sylvano è definito dall'autore "rappresentazione della vita" e "racconto dell'esistenza nell'arte": c'è un testo, che parte dalla sua nascita e passa per vari episodi della sua vita, senza distinguere tra privato e arte, come è tipico di Bussotti, e ci sono naturalmente le musiche composte in cinquant'anni e accostate senza un ordine temporale o logico individuabile. Queste musiche sono ridotte a "fogli" staccati, che, decontestualizzati dalla loro situazione originale e ridotti spesso a frammenti di un paio di minuti o addirittura di qualche manciata di secondi, vengono avviliti a sottofondo delle parole o a brevi stacchi e diventano oggetti musicali avvizziti e spenti. Tutto cambia quando la musica si prende il suo spazio, come nel fantasmagorico "foglio la Cathycanta", che da solo vale tutta la serata. Naturalmente ci sono i vezzi tipici di Bussotti, l'attore androgino, il piano ballet, l'arlecchino e soprattutto il suo narcisismo, che non è certo un difetto ma anzi uno dei tratti più geniali della sua personalità: ma se narcisismo ha da essere, che sia sfrenato e rutilante, mentre questo spettacolino, nonostante la professionalità degli esecutori e l'impeccabile realizzazione, ha il sapore della recita in famiglia per festeggiare il compleanno d'un bambino geniale. Tra gli interpreti bisogna citare almeno il soprano Monica Benvenuti e l'attore Davide Catena, entrambi strepitosi, e Flavio Emilio Scogna, direttore attento e amorevole. La messa in scena, molto sobria e rigorosa per gli standard di Bussotti, era curata da Francesco Micheli, con la collaborazione dell'autore.

Interpreti: interpreti: Monica Benvenuti, Timur Bekbosunov, Nicholas Isherwood, Giacomo Calabrese, Tony Candeloro Remo Ceccato Flauto Marco Corsini Oboe Antonio Caggiano Percussioni

Regia: Francesco Micheli

Scene: Guido Levi e Alessandro Carletti Light designer

Orchestra: Ensemble Strumentale dell'Accademia di Santa Cecilia

Direttore: Flavio Emilio Scogna

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