Il ritorno dell Nozze di Figaro
Torna al Théâtre des Champs-Elysées l'opera Le nozze di Figaro con la regia di Jean-Louis Martinoty. Alla guida di Concerto Köln, troviamo Evelino Pidò. Un ottimo cast aggiunge un'indiscussa qualità a questa produzione. Spicca il fortepianista Nicolau de Figueiredo.
Recensione
classica
Le Nozze di Figaro di Jean-Louis Martinoty tornano in scena al Théâtre des Champs-Elysées. E le modifiche non si limitano al cast. Se nella fossa finisce anche questa volta il Concerto Köln, sul podio Evelino Pidò ha preso il posto di René Jacobs.
Sprizza di idee la regia di Martinoty. Certo il colpo migliore resta la celeberrima scena della poltrona che cela Cherubino e poi il Conte. Appunto la situazione è tanto famosa, sia grazie alla fonte di Beaumarchais sia all'adattamento di Da Ponte/Mozart, che il regista gioca con l'esperienza del pubblico: Cherubino non è dove tutti se lo aspettano, ma dentro un cesto. E così viene recuperato l'espediente centrale della drammaturgia di Beaumarchais: la sorpresa. Ma, non sempre le trovate di Martinoty funzionano, in alcuni casi appaiono inutili, in altre confuse.
Patrizia Ciofi non è in perfetta forma vocale, eppure resta eccezionale. Servendosi di una recitazione travolgente, magnetizza l'attenzione e gli applausi più calorosi sono alla fine per lei. Veronica Cangemi è perfettamente a suo agio nel ruolo "serio" della Contessa. Ma la prestazione più sorprendente resta quella di Anna Bonitatibus: il suo è un Cherubino tecnicamente agile, che gioca con estrema finezza sui colori, sfruttando un'evidente facilità ad addentrarsi nei pianissimo. Tra la distribuzione dei ruoli maschili, spicca Andrea Concetti nei panni di Figaro. Convince pure il Conte di Rudolf Rose, purtroppo non sempre impeccabile nell'intonazione.
Non è la prima volta che Evelino Pidò si trova di fronte al Concerto Köln con cui aveva già prodotta una Cenerentola rimasta negli annali. Sin dall'ouverture, il direttore italiano spinge per tempi rapidissimi, incalzanti. Anche in questa produzione, trionfa il fortepianista brasiliano Nicolau de Figueiredo, il cui estro e la cui capacità inventiva ridefiniscono completamente il ruolo del "continuista" a cui pensavamo di esserci abituati.
Grazie ad un lavoro di equipe accurato, Le nozze si riappropriano della scena in una versione che ha ancora molto da dire.
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