Il duo collettivo

La folktronica dei mùm allo Spazio211 di Torino

Foto Jacopo Tomatis
Foto Jacopo Tomatis
Recensione
pop
Spazio 211 Torino
01 Dicembre 2009
E così sono passati due lustri abbondanti da quando gli islandesi mùm si sono formati; nel 2010 festeggeremo il decennale del primo lp “Yesterday Was Dramatic Today Is Ok”, e due anni dopo quello del capolavoro “Finally We Are No One” che li proiettò nel paradiso della folktronica. I numerosi sconvolgimenti della line up, la defezione delle gemelle Valtýsdóttir (fisarmonica e violoncello, oltre che voce) e i numerosi acquisti hanno trasformato la band islandese in una specie di “duo collettivo”, guidato dai fondatori Gunnar Örn Tynes e Örvar Þóreyjarson Smárason; la produzione discografica che ne è seguita ha barcollato, assestandosi su una dimensione più pop e meno elegante, ma comunque interessante. Sul palco dello Spazio211 i mùm sono sei, e alle numerose corde che si passano l’un l’altro (chitarre acustiche ed elettriche, bassi, cuatro) sommano le onnipresenti melodica e tromba, batteria e una dose contenuta di elettronica. La prima considerazione, ascoltandone le recenti composizioni, è che l’utilizzo solitamente “orchestrale” del rumorismo – elettronico o analogico – dal vivo è d’effetto, più che funzionale dal punto di vista compositivo: risaltano meglio dunque le linee melodiche e la struttura armonica dei pezzi, alcuni emozionanti ma altri meno azzeccati. Il punto di forza della band sul palco è la gestione dei differenti fiati, voci incluse: spostano costantemente il rapporto tra essi, passando da portanti a di corredo, tanto che la linea melodica scivola liquida tra canto, clavietta o tromba senza soluzione di continuità. L’utilizzo costante e deciso della batteria ha riportato sulla terra il loro suono oniricamente folktronico, dando anche una struttura più immediata da recepire ai brani: una scelta poco apprezzata su disco, ma dal vivo di buon effetto.

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