Gli occhi innocenti di una fragile Aura

Prima assoluta al Malibran di Venezia per il lavoro che De Pirro ha realizzato insieme a docenti e studenti, sorta di favola per avvicinare giovani e meno giovani al linguaggio della musica e del mondo delle immagini che nel teatro d'opera magicamente si rinnovano a ogni occasione, liberi da qualsiasi condizionamento di un mondo sempre più tendente alla mercificazione.

Recensione
classica
Gran Teatro La Fenice Venezia
Carlo De Pirro
16 Marzo 2005
Per la rappresentazione de "L'angelo e l'Aura", coprodotta dalla Fondazione Teatro La Fenice e dal Dipartimento di Design e Arti dell'Università IUAV, il palcoscenico del Teatro Malibran di Venezia è diventato un magico ripostiglio, dove un frigorifero poteva convivere con una sedia a rotelle, un tavolo preparato per una cena al lume di candele con un inquietante armadio-prigione, segni di un caos nel quale si sono volute inserire una molteplicità di storie intorno al tema stesso del fare teatro musicale ai giorni nostri. Questo l'obiettivo della complessa operazione che ha visto Carlo De Pirro lavorare, come compositore e drammaturgo, in un progetto in cui sono stati coinvolti studenti e docenti dell'ateneo veneziano e del Conservatorio "Venezze" di Rovigo, durante l'intero processo di gestazione del quale si sono volute mantenere in stretto contatto tutte le discipline che potevano interagire in un potenziale caleidoscopio teatrale: la musica, la recitazione, l'immagine, la danza, la scenografia, la creazione e manipolazione di suoni e immagini attraverso il computer. La piccola danzatrice che impersona la fragile Aura, il fantomatico 'uomo del tempo', le inquietanti figure nevrotiche dalle orride sembianze che affollano la scena, i due cantanti (basso e soprano) che assistono agli eventi e intervengono in maniera del tutto imprevedibile, il rassegnato prigioniero e, infine, la figura angelica nella quale l'Aura potrà trovare una sorta di riscatto per tutte le umiliazioni subite, hanno tutti dato vita a uno spettacolo sulla musica stessa e sul mondo delle immagini, che nel teatro esprimono il loro rifiuto al consumismo imperante. Malgrado la lettura non facile dello spettacolo un pubblico significativamente giovane ha applaudito alla fine l'eccellente cast strumentale e vocale, premiando anche gli attori e i ballerini, l'interessante l'apporto multimediale e la gestione del complesso 'live electronics'.

Note: prima rappresentazione assoluta

Interpreti: Cantanti: Soprano al guinzaglio Paola Matarrese; Basso Borioso Abramo Rosale. Tra gli attori: Spazzino, Beppe Casales; Uomo del Tempo, Alex Cendron; L'Angelo, Makhtar Cissè; L'aura bambina, Olimpia Vivarelli; L'aura grande, Elettra De Pirro

Regia: Francesco Esposito

Scene: Giorgio Ricchelli

Costumi: Giorgio Ricchelli

Coreografo: Wanda Moretti

Orchestra: Ensemble Strumentale (violino Marco Rogliano, violoncello Carlo Teodoro, flauto Daniele Ruggieri, oboe Mario Frezzato, corno Lorenzo Meneghetti)

Direttore: Sara Magon

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