Giochiamo al Conte Ory?

Uno spettacolo affascinante ma non compreso da tutti, dimezzato al suo debutto da un'ennesima agitazione sindacale che sta contrapponendo i dipendenti del teatro bolognese.

Recensione
classica
Teatro Comunale Bologna
Gioachino Rossini
16 Aprile 2004
In un salotto aristocratico d'inizio Novecento, durante una festa, si recita a soggetto la leggenda del Conte Ory. Vengono distribuiti i ruoli: la padrona di casa sarà la Contessa Adele, il suo aitante corteggiatore farà Ory, la giovane amica il paggio Isoliero, un illustre diplomatico il Precettore. Con pochi tocchi, ecco fatti i costumi: un impermeabile con cappuccio per l'eremita, i baffetti tinti col carboncino per la ragazza che interpreta il paggio, e il gioco può cominciare. È questo il "Conte Ory" di Lluis Pasqual, che il Teatro Comunale di Bologna ha coprodotto col ROF: una lettura geniale, esemplare per leggerezza e ironia. Parte del pubblico e della critica già a Pesaro dimostrò però di non afferrarne la chiave di lettura, scambiando la novità dell'allestimento per la solita trasposizione temporale. Nulla di più lontano dalle intenzioni degli artefici: quella recitata è proprio la leggenda medievale, ma in ogni momento ci viene sottolineata la dimensione di "teatro nel teatro", con i protagonisti che entrano ed escono continuamente dal personaggio. La Contessa fa dunque la ritrosa nei confronti di Ory assai più di quanto la padrona di casa che l'interpreta non sia disposta a negarsi al suo appassionato ospite; e se Isoliero non è un ragazzo, ma una donna, come giudicare i tanti ammiccamenti "fuori parte" fra lei e la signora che corteggia? Uno spettacolo, in definitiva, molto raffinato, da vedere in prima fila per non perderne un solo gesto, ideale per una proposta in DVD, ma che nessuno ha pensato di filmare. A sostenerlo musicalmente, lo stesso cast ottimale di Pesaro, forse addirittura migliorato dal nuovo apporto di Lorenzo Regazzo, Bruno De Simone e Giacinta Nicotra, mentre nei due ruoli principali Juan Diego Flórez e Stefania Bonfadelli campeggiano ai massimi livelli già alla "generale". Ma il debutto ufficiale (con Flórez indisposto sostituito dal giovane Lawrence Brownlee, voce interessantissima) è stato purtroppo snaturato dall'ennesimo sciopero di coro e orchestra, che ha costretto a ripiegare su una selezione con accompagnamento pianistico: situazione irreale, col teatro semivuoto, come durante una prova. O forse, come in un salotto nobiliare d'inizio Novecento in cui per gioco si recita a soggetto la leggenda del Conte Ory.

Interpreti: Juan Diego Florez, Stefania Bonfadelli, Bruno De Simone, Lorenzo Regazzo, Giacinta Nicotra

Regia: Lluis Pasqual

Scene: Lluis Pasqual

Costumi: Lluis Pasqual

Orchestra: Orchestra del Teatro Comunale di Bologna

Direttore: Jesús López Cobos/Alvaro Albiach

Coro: Coro del Teatro Comunale di Bologna

Maestro Coro: Marcel Seminara

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